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SOS Democrazia

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(Dott. Paolo Caruso) – Le parole illuminanti del presidente Mattarella, ieri al raduno sociale dei Cattolici a Trieste, sono risuonate come un monito, un allarme, un vero SOS per salvare la Democrazia e l’altra sua faccia della medaglia, la Libertà. Ciò che si eredita con facilità lo si sperpera con altrettanta disinvoltura. Democrazia e Libertà, a sintesi del suo discorso, sono minacciate con ossessionati refrains dalla maggioranza, che sulla base della forza dei numeri, si sente legittimata a stravolgere i valori non negoziabili e le conquiste, frutto del dolore e del sangue versato da chi voleva per noi una società che collocasse al centro, come prioritaria, la persona e i suoi diritti fondamentali, appunto la libertà e l’uguaglianza. Concetto di libertà che le dittature del secolo scorso hanno identificato come il nemico assoluto da abbattere, mentre gli uomini illuminati ne hanno fatto una bandiera da onorare. Alexis de Tocqueville affermava con cognizione che una democrazia senza anima è destinata a implodere, non per gli aspetti formali, bensì per i contenuti valoriali venuti meno. Con il sempre più crescente astensionismo si corre il rischio di una “Democrazia della maggioranza”, in cui le libertà risulterebbero vulnerate ipotizzando democrazie deboli, depotenziate da tratti illiberali. Gli ha fatto eco il cardinale Zuppi a nome di tutti i Vescovi italiani, parlando di “inclusione” come fondamentale per i diritti dell’uomo e per favorire la pace fra i popoli. Chi minaccia il contrario lo fa soffiando sulla paura della gente, incitandola a vedere nell’altro il diverso da cui difendersi e a rintanarsi nelle sterili ideologie di rifiuto che servono a  fomentare solo odio e guerra. La divisione dell’Italia in venti Staterelli è il capolavoro agognato fin dalla prima ora dalla Lega, il cui prodotto ideologico oggi trova riscontro nella legge Calderoli di “Autonomia Differenziata”. Legge  che è paradossalmente in contrasto con l’ideale di unità nazionale del Partito della Meloni, la quale  pur di ottenere un passaggio alla Democratura con il suo “Premierato” sventola bandiera bianca. Anche la “Giustizia” che fu il fiore all’occhiello della destra sociale del secolo scorso  trova in questa destra meloniana un punto di scambio con il viscido garantismo di berlusconiana memoria. Un riformismo di puro calcolo e di convenienza. “E dell’Italia?”. “E chi se ne frega!” Oggi preoccupa anche la Francia sull’orlo di una profonda frattura sociale e politica su cui pesa  l’enigma Le Pen che si ripercuoterà di certo  sull’Unione europea. E mentre Mattarella addita l’Unione a garanzia democratica e ad affermazione di libertà, inquietano gli USA in cerca di un leader che non sia impresentabile, a tre mesi dal grande giudizio elettorale, il cui responso peserà pesantemente sulla Europa, e sui rapporti con  Cina e Russia. Il nuovo ordine mondiale che andrà a costituirsi sarà in grado di dare risposte di pace e di progresso alle popolazioni e di prevedere spazi sempre più ampi per la libertà e la partecipazione democratica? Ai posteri l’ardua sentenza.  


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