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Cacciari: “La sinistra vive ma in Italia non vincerà solo con le ammucchiate”

Bene Mélenchon. Macron dovrebbe dargli l’incarico. In Italia Pd e 5S consolidino l’intesa. Scandaloso il silenzio della tv di Stato

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Cacciari: “La sinistra vive ma in Italia non vincerà solo con le ammucchiate”

(di Concetto Vecchio – repubblica.it) – Professor Massimo Cacciari, alla Francia democratica è andata bene.

«Sì, ma Macron e Mélenchon potranno governare insieme?».

Pare di no.

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«E allora di che vittoria parliamo?»

Non è contento?

«Lo sono. Dico: bene. Primum vivere. La sinistra vive. Molto bene».

Ma?

«Vivere non è governare. Non è fare politica. Dopodiché come tutti ho tirato un sospiro di sollievo. Meglio un asino vivo che un dottore morto».

La destra è sconfitta a prezzo dell’ingovernabilità?

«Marine Le Pen perde per effetto del meccanismo elettorale francese. Non basta avere la maggioranza relativa al primo turno: se gli altri si coalizzano al secondo tu sei perduto».

L’esultanza di queste ore le sembra eccessiva?

«Se le forze anti destra non sapranno governare Le Pen la prossima volta prenderà il 40 per cento. E la volta dopo il 45».

Cosa dovrebbe fare Macron?

«Dare l’incarico a Mélenchon».

Proprio a lui?

«Sì, se è intelligente lo farà. Sarebbe il secondo colpo dopo le elezioni anticipate anti-Le Pen. Un grande bluff riuscito benissimo».

Perché dovrebbe farlo?

«Perché Mélenchon non ha né i numeri né le idee per governare autonomamente, e finirebbe per andare a sbattere».

Ciò ridarebbe fiato al centro?

«Esattamente».

Mélenchon non le piace.

«Al contrario. Gli riconosco di avere messo in piedi, seppur in modo abborracciato, una sinistra che parla della questione sociale. Come fa da noi la segretaria Schlein».

Almeno dicono qualcosa di sinistra?

«Con Hollande la sinistra era scomparsa. Così come era scomparsa da noi dopo gli anni di Renzi e Letta. È un passo avanti».

E di Macron cosa pensa?

«È stato abile, abilissimo. Sfruttando in pieno il sistema elettorale».

La Rai ha praticamente nascosto l’esito del voto francese.

«Scandaloso. Una destra degna di questo nome dovrebbe saltarci su, aprirci un dibattito. Potrebbero denunciare il fatto che la sinistra vince solo grazie alle desistenze. Invece nascondono, occultano».

Però Le Pen ha perso, professore.

«Ha preso una legnata. Ma solo perché gli altri si sono coalizzati».

Insomma, le coglie i rischi di una mossa solo difensiva?

«È il vivere di cui parlavo all’inizio. Primun vivere deinde philosophari. È molto».

Ma non abbastanza?

«Sì, perché adesso resta il gigantesco problema di cosa farne di questa vittoria. Fino a ieri Mélenchon scendeva in piazza contro Macron. Almeno in Italia Pd e M5S si parlano, lì niente era stato preparato».

Quindi noi siamo più avanti?

«In un certo è così. In modo un po’ confuso. Ed Elly Schlein è tornata a mettere la questione sociale al centro dell’agenda».

Ma come finirà realisticamente in Francia?

«Alla fine Macron cercherà di formare un governo tecnico a cui Mélenchon non potrà dire no».

Londra è tornata a sinistra. Starmer le piace?

«Confesso che ho seguito poco le elezioni inglesi, la Gran Bretagna dopo la Brexit ha perso centralità, né tornerà all’importanza di prima. Dopodiché sono contento che abbia vinto il Labour».

Biden si dovrebbe ritirare?

«Il problema, per chi non sia cieco, va molto al di là dei Biden e dei Trump. Che si sia giunti a dover decidere tra questi due è un segno inequivocabile della crisi politica della potenza leader dell’Occidente».


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