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L’introduzione delle preferenze: l’ipotesi che agita Conte e il M5S

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La maggioranza che insegue il premierato vuole, anzi deve cambiare la legge elettorale. Magari infilandoci le preferenze. Mossa finora solo accennata nei conciliaboli con le opposizioni, dove finora si è soprattutto chiacchierato di varianti

(DI LUCA DE CAROLIS – ilfattoquotidiano.it) – La maggioranza che insegue il premierato vuole, anzi deve cambiare la legge elettorale. Magari infilandoci le preferenze. Mossa finora solo accennata nei conciliaboli con le opposizioni, dove finora si è soprattutto chiacchierato di varianti del proporzionale. Però la carta coperta è lì, pronta a essere calata. E sarebbe un’opportunità per alcuni e un problema per altri, per esempio per i Cinque Stelle. Nel Movimento ne discutono sottotraccia da qualche settimana, dopo che varie voci da destra hanno confermato che l’ipotesi esiste, ed è gradita soprattutto a Fratelli d’Italia. E non sarebbe il massimo per il M5S, che quando si vota con le preferenze annaspa, e le recenti Europee lo hanno dimostrato plasticamente, con quel drammatico 9,99 per cento. Arrivato innanzitutto per mancanza di nomi forti – cioè conosciuti – in lista, ammettono.

Così ecco che la partita della legge elettorale si intreccia con l’eterno nodo che scuote il Movimento, la regola dei due mandati, di cui si dovrà (ri)discutere nell’assemblea costituente di settembre. “Noi non potremmo mai opporci alle preferenze, visto che le abbiamo sempre invocate come alternativa alle liste bloccate” ricordano un paio di big. E poi se tornassero in campo, sarebbe un’altra ragione per invocare la cancellazione del limite delle due legislature per i parlamentari. Dogma che il Garante, Beppe Grillo, non vuole toccare, e in queste settimane lo ha ribadito in ogni forma. Ma la regola base sta bene anche a Giuseppe Conte, che però lascia la parte del poliziotto cattivo a Grillo. Piuttosto l’avvocato pensa a modifiche, ossia di concedere ai parlamentari uscenti di potersi candidare come sindaci e magari nelle Regioni. Si vedrà. E la legge elettorale potrebbe incidere. A settembre, o magari più avanti.


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