
(di Alessandro Orsini – ilfattoquotidiano.it) – L’Iran non potrebbe scatenare una guerra totale contro Israele giacché ogni guerra totale richiede un obiettivo raggiungibile. Nessuno Stato investe tutte le proprie risorse in una guerra totale senza sapere quale risultato conseguire. Ad esempio, nella Seconda guerra mondiale, gli americani si lanciarono in una guerra totale contro la Germania dopo avere valutato che l’obiettivo della Casa Bianca era raggiungibile: l’invasione della Germania e il rovesciamento del regime nazista. Anche Putin si è lanciato in una guerra totale contro l’Ucraina sapendo perfettamente quale bene conseguire ovvero la conquista e l’annessione del Donbass. Ebbene, davanti alla domanda: “Quale bene politico potremmo procurarci scatenando una guerra totale con Israele?”, gli iraniani sono senza risposta. Un bene politico che farebbe gola all’Iran è il rovesciamento del regime di Netanyahu, ma si tratta di un fine irraggiungibile giacché Israele è abitato da migliaia di Netanyahu ovvero di estremisti fanatici pronti a prendere il posto del premier per perpetuare le sue stesse politiche. D’altra parte, l’Iran potrebbe rovesciare Netanyahu soltanto inviando truppe di terra, uno scenario talmente assurdo che non vale nemmeno la pena di valutare. Tutto ciò che l’Iran può fare contro Israele è lanciare una grande quantità di missili. Ma i missili, di per sé, non possono rovesciare i regimi. Immaginiamo che i missili iraniani che si abbattono su Israele causino le dimissioni di Netanyahu sotto la spinta della protesta popolare. In questo caso, niente cambierebbe giacché gli israeliani chiedono di cambiare il governo e non l’organizzazione complessiva della società. Se Netanyahu cadesse sotto i missili iraniani, la tragica condizione dei palestinesi rimarrebbe immutata e i rapporti tra l’Iran e Israele rimarrebbero pessimi. Con o senza Netanyahu, Israele rimarrebbe uno Stato coloniale. Da qualunque prospettiva si guardi il problema, la risposta è sempre la stessa: non c’è niente che l’Iran possa ottenere da una guerra totale.
Di contro, una guerra totale converrebbe a Israele che potrebbe raggiungere almeno cinque obiettivi. Il primo è l’occupazione dei territori palestinesi per l’eternità. Il secondo è una nuova ondata di sanzioni contro l’Iran da parte delle democrazie occidentali. Il terzo è il sostegno delle democrazie occidentali alla pulizia etnica in Palestina – un sostegno di fatto già accordato – attraverso la strategia della chiusura degli occhi mediante lo slogan: “Sì però concentriamoci sulla guerra con l’Iran”. Il quarto è il rovesciamento del regime iraniano. Il quinto è il bombardamento dei siti nucleari iraniani con l’aiuto degli Usa.
Una guerra totale può causare proteste popolari in Iran e in Israele, con una differenza fondamentale. Mentre le proteste più accese in Israele sono contro il governo e non contro l’organizzazione complessiva della società, le proteste più violente in Iran sono contro la teocrazia, il che fa una differenza enorme sotto il profilo del calcolo della convenienza della guerra totale. Gli israeliani che protestano contro Netanyahu non ambiscono a liberarsi della propria organizzazione sociale. Di contro, gli iraniani che protestano contro il proprio governo vorrebbero costruire una società diversa. Israele non potrebbe andare molto oltre questi cinque obiettivi. Qualcuno dice che Israele potrebbe minacciare l’Iran con le testate nucleari, ma è probabile che, in uno scenario del genere, l’Iran scivolerebbe sotto l’ombrello nucleare di Cina e Russia. La guerra totale è il sogno di Netanyahu e l’incubo di Khamenei.