Ddl Nordio – Mattarella adesso aspetta a promulgare la legge. Il ministro Crosetto va contro il Quirinale ritenuto colpevole del “ritardo”

(Di Giacomo Salvini e Paola Zanca – ilfattoquotidiano.it) – Ventinove giorni dall’approvazione in entrambi i rami del Parlamento. Un anno e due mesi dal passaggio in Consiglio dei ministri. Ma il disegno di legge Nordio che, tra le altre cose, abolisce il reato di abuso d’ufficio – il più temuto dagli amministratori locali – è lì, fermo, in ghiacciaia, sulle scrivanie del Quirinale. Ancora niente firma del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, quindi niente promulgazione.
Il capo dello Stato, dopo l’approvazione definitiva alla Camera di inizio luglio, è stato all’estero diversi giorni: prima una settimana in Brasile, poi a Parigi per l’inizio delle Olimpiadi. Missioni che hanno inizialmente “giustificato” la titubanza del Colle a firmare la legge. Ma il rientro dalla Francia è ormai passato da un pezzo. E sul tavolo sono rimasti i dubbi sulla riforma che rischia non solo di produrre buchi normativi, lasciando impuniti molti politici e dirigenti sotto processo, ma anche di aprire un conflitto con l’Unione europea che ha già richiamato l’Italia sull’abolizione dell’abuso d’ufficio, da ultimo con il rapporto Rule of Law contestato sia dalla presidente del Consiglio sia dal Guardasigilli Carlo Nordio.
A pesare sulla riforma ancora senza firma, anche l’attesa per l’approvazione in Parlamento del decreto Carceri che, tra le altre cose, contiene anche l’introduzione di un nuovo reato: quello di peculato per distrazione che, secondo diversi giuristi e magistrati, sarebbe un modo per sostituire il vecchio reato di abuso d’ufficio. Inoltre, in fase di conversione parlamentare, è anche stato inserito un emendamento per “coordinare” la nuova normativa con il decreto legislativo che dà attuazione alla direttiva europea anti-corruzione. Mattarella, insomma, per firmare si è preso tutto il tempo necessario, anche alla luce della conversione del decreto Carceri licenziato ieri dal Parlamento e che potrebbe essere promulgato perfino prima del disegno di legge Nordio.
Fonti parlamentari e di Palazzo Chigi, ieri facevano trapelare un’ipotesi: che Mattarella potesse firmare il disegno di legge – non lo rimanderà alle Camere – ma accompagnandolo con una nota di richiamo sulla scelta dell’esecutivo di abolire tout court il reato, muovendosi in contrasto con la normativa europea. Il Colle in serata però smentisce questa possibilità.
L’ipotesi della lettera di accompagnamento, fatta trapelare da fonti di governo, non è un bel segnale nei rapporti tra il Quirinale e Palazzo Chigi. C’è solo un precedente dall’insediamento di questo governo: quello del disegno di legge Concorrenza firmato dal Quirinale insieme a una missiva in cui il capo dello Stato criticava apertamente la scelta dell’esecutivo di non mettere a gara le concessioni balneari prorogando quelle esistenti praticamente sine die, in linea con quello che è stato fatto dai precedenti governi.
Così non sarà ma l’ipotesi fatta trapelare ieri è l’ultima spia di attriti che vanno avanti da settimane, vedi l’ultimo botta e risposta di Mattarella con il presidente del Senato sul giornalista de La Stampa picchiato da Casapound o le parole del Quirinale sulla strage dell’Italicus.
Ieri a mettere il dito nella piaga ci ha pensato il deputato di Azione Enrico Costa, che in un tweet ha scritto: “28 giorni fa è stato approvato definitivamente dal Parlamento il disegno di legge Nordio con l’abrogazione dell’abuso d’ufficio. Non è ancora in Gazzetta Ufficiale”. Durante il dibattito parlamentare sul decreto carceri, Costa ha anche fatto riferimento alla mancata firma del Quirinale difendendo le prerogative parlamentari. Che la paralisi di Mattarella non piaccia e stia creando imbarazzi nel governo lo dimostra la mossa del ministro della Difesa Guido Crosetto, che ieri ha retwittato la dichiarazione di Costa: una sorta di endorsement per il deputato centrista e per la sua critica al capo dello Stato sul ritardo nella firma.