(di Michele Serra – repubblica.it) – Maddalena Corvaglia, che ha postato non poche fesserie a proposito della pugile algerina ormai diventata, suo malgrado, una star, è con ogni evidenza una persona che parla di cose che non sa o non ha capito. Sui social capita a moltissimi, e non di rado capita anche a noi giornalisti, nonché a leader politici di primo piano. Se pensate che mi riferisca prima di tutto al Salvini, avete indovinato. Insultarla sui social non è giusto né utile. La fa sentire vittima di una situazione della quale è invece il primo artefice: le offre un alibi, da colpevole (di disinformazione) a vittima.
In casi come il suo, vale di più una premurosa, amichevole segnalazione di testi, possibilmente semplici, che la soccorrano, aiutandola a capire che la transizione di genere, con il caso in questione, non c’entra un fico secco. “Per piacere, ragazza mia, prenditi dieci minuti e leggi questo, o leggi quello” sarebbe un bel modo per dichiarare guerra all’ignoranza, che è un problema di tutti, anche se distribuito in dosi ineguali. Voglio ricordare che un’altra ex velina, Mara Carfagna, ebbe a dichiarare, anni fa, di avere “imparato cose che non sapevo” addirittura da avversari politici (se non ricordo male, Vladimir Luxuria), e proprio sulle questioni di genere. Meritò un applauso. Va bene, contano anche le predisposizioni individuali, non tutte le ex veline sono uguali e Carfagna è sicuramente tra le meno uguali. Ma insomma, gridare allo scandalo serve a zero, il coro degli indignati a meno di zero. Vale di più l’ironia, meglio ancora se dentro l’ironia c’è l’intenzione di alzare, anche di poco, il livello della discussione.