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Offensiva ucraina in Russia, Ainis: “Se vale l’aiuto all’aggredito dovremmo armare Mosca”

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L’articolo 11 – “Primo obbligo costituzionale del governo è promuovere vie di pace”

(Di Silvia Truzzi – ilfattoquotidiano.it) – La prima cosa che ci dice Michele Ainis, costituzionalista di Roma Tre, quando lo raggiungiamo per parlare di guerra, pace e della risoluzione “offensiva” del Parlamento europeo, è che lui ha meno certezze di tanti suoi colleghi.

Professore, il Parlamento europeo sostiene ‘l’eliminazione delle restrizioni all’uso dei sistemi di armi occidentali forniti all’Ucraina contro obiettivi militari su territorio russo’: che ne pensa?

Nella risoluzione si legge in controluce quasi un’immedesimazione dell’Unione europea nella Nato, citata più volte; si prefigura un percorso irreversibile dell’Ucraina verso la Nato. Al di là dell’uso delle nostre armi, quest’identificazione a me pare un ossimoro. L’Unione europea nasce per edificare la pace in un continente che aveva vissuto fin troppe guerre, mentre la Nato nasce per fare la guerra. Significa, al fondo, che l’Europa può perdere l’anima.

In realtà la Nato sarebbe un’alleanza difensiva…

Ah, sì? Quand’è che la difesa si trasforma in offesa? Questa domanda è alla base dei cortocircuiti costituzionali, non solo della vicenda ucraina, ma di varie altre che l’hanno preceduta. Sappiamo che l’articolo 5 del Trattato Nato fa obbligo agli Stati aderenti di scendere in armi quando ne venga attaccato uno. Quando venne approvato non pochi costituzionalisti sollevarono il sopracciglio: era stata appena approvata la Costituzione che ripudia la guerra. Spesso le stagioni della storia vanno in un senso diverso rispetto alle direttrici costituzionali: è accaduto molte volte, forse il caso più grave fu nel ’99, quando il governo D’Alema bombardò la Serbia.

Alcuni suoi colleghi dicono: abbiamo norme che prevedono la partecipazione a missioni internazionali e anche l’invio di assetti militari. E poi: l’articolo 11 nella seconda parte ci impone di partecipare alle missioni peacekeepingpeacebuilding, tutti i modi in cui sono state travestite le guerre…

E secondo il nostro ordinamento e secondo la Carta dell’Onu ci sono dei limiti? Come dicevo non ho certezze granitiche da opporre alle certezze altrui. Ma penso che l’articolo 11 lo abbiamo, forse, formalmente rispettato ma ho il dubbio che sostanzialmente sia stato più volte violato. Leopoldo Elia, maestro di tanti di noi, all’epoca dei bombardamenti sulla Serbia disse che il nuovo ordine internazionale legittimava un’interpretazione evolutiva ed estensiva dell’articolo 11, rispetto agli obblighi internazionali. Ma certamente non era questa l’intenzione dei costituenti: le norme costituzionali hanno un’anima.

La ratio della norma…

La ragione ispiratrice, il vento che fa muovere quella disposizione costituzionale. Qual è l’anima dell’articolo 11? È la ricerca della pace. Tu puoi anche rinunciare a un pezzo di sovranità, purché sia in funzione del raggiungimento della pace. Da qui per esempio la forza dei regolamenti comunitari che si impongono sugli ordinamenti nazionali perché provengono da un’organizzazione internazionale, l’Unione europea, che ha come scopo promuovere la pace. Il nostro governo, come quello precedente, si è speso in difesa dell’aggredito, in ossequio a un dovere morale dopo un’invasione, ma non si è speso per la pace.

Guido Crosetto ieri ha detto: ‘Non vengono utilizzate armi italiane in questo attacco, tranquilli’. Altri ministri in queste ore si sentono in dovere di rassicurare: sanno di essere fuori dell’alveo costituzionale?

Un problema sicuramente c’è. È un vizio italiano quello di assumere una parvenza di rispetto formale delle norme costituzionali, violentandone però l’anima. Il primo obbligo costituzionale del governo sarebbe promuovere incessantemente trattative di pace.

C’è anche una questione di procedure: se siamo davvero cobelligeranti, questa guerra deve essere dichiarata. O no?

Imbarazzo e opacità segnalano questioni gravi dal punto di vista formale, non solo sostanziale. La Costituzione dice che il presidente della Repubblica dichiara la guerra, e che il Parlamento delibera lo stato di guerra. L’Ucraina è stata invasa, non sta a noi giudicare le sue ragioni di adesso ma nel momento in cui entra con le armi in territori altrui, per noi cobelligeranti sorge un problema costituzionale. La Carta ammette la guerra difensiva, ma per difendere il nostro territorio: se dovessimo difendere i territori invasi in tutto il mondo saremmo in guerra da sempre; per paradosso se dobbiamo armare chi viene aggredito, allora in questo momento dovremmo fornire gli F-16 alla Russia…


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