
(Giuseppe Di Maio) – Pare che negli altri paesi europei non si usi mettere il nome dei loro leader nei simboli di partito. Noi, oltre ad aver sostituito i nomi dei nostri beniamini televisivi con le idee politiche, abbiamo anche inflazionato il nome della Patria. Oltralpe c’è solo l’AFD tedesca e la France Insoumise, ma da noi: Italia Viva, Fratelli d’Italia, Noi con l’Italia, Coraggio Italia, Italia al Centro, Forza Italia, Vinciamo Italia, Italia dei Valori, etc… fanno a gara a indicare la nazione come programma politico e, neppure a dirlo, sono partiti di destra. Insomma, nel caso della nostra Presidente del Consiglio: sono Giorgia e sono italiana, sono già nozioni contenute nel simbolo, mancano sono una donna, sono una mamma e, sono una biondina, che con messaggi opportunamente urlati possono comunicare quanto manca.
Dacché si indicavano come programmi il liberalismo e il socialismo, ne è passato di tempo. Non bastano più le semplificazioni cromatiche del passato, come fu già per i partiti bizantini (verdi e azzurri, rossi e bianchi), oggi siamo alle soglie delle fazioni indicate solo dai ritratti, come già accade presso i popoli arabi, e presso quelli asiatici con le loro onnipresenti gigantografie. Messaggi semplici che il popolo può capire, e che in sé deludono quanto prefigurato dal progetto di democrazia. Sebbene anche da noi, per testimoniare di essere democratici, certi gruppi l’hanno scritto nel simbolo, le destre non hanno nessun progetto democratico, ma hanno l’unico obiettivo di scippare il voto a una massa sempre più ignara del proprio ruolo sociale e politico. Il loro programma di governo è fare propaganda mentre accrescono la disuguaglianza a favore di una ristretta cerchia di amici e collusi. Per realizzare questo proposito non mettono in campo chissà quali idee, ma due o tre immagini che la plebaglia possa acchiappare.
In due anni il partito di “viva l’Italia” ha accresciuto le sostanze dei “patrioti”, ha distribuito vantaggi alle categorie colluse, riscritto regole per rendere impossibile le pene ai malfattori. Poi, ha cancellato il già magro welfare, ha accusato i governi precedenti, ha processato i nemici politici: mentendo sulle colpe del rdc, sui successi del superbonus, sull’approvazione del MES, sulle responsabilità sanitarie durante l’emergenza covid, sul proprio ruolo durante il governo Draghi. Inoltre ha nascosto i reati dei propri ministri e rappresentanti, glissato sulle intemperanze e le gaffe degli amici, inventato complotti contro il partito, il capo del partito, i parenti del capo, il governo; in due anni nessuno di loro ha tenuto una conferenza stampa degna di questo nome. Ha attaccato la magistratura, gli organi di controllo, gli organismi terzi e internazionali, tutti colpevoli di voler compromettere il risultato delle urne. E quello al vertice sarebbe un underdog? Così avrebbe governato anche un handicappato, e non è detto che non lo sia. Se non è questo il nulla! Anzi, come il proverbio siculo: il nulla mischiato col niente.