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Raggi, il motore di Beppe Grillo. I consigli e il suo ruolo nei garanti

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Big – Per i contiani è la prima carta del fondatore M5S

(Di Luca De Carolis – ilfattoquotidiano.it) – Per Giuseppe Conte ormai è solo un’avversaria, la big che sussurra a Beppe Grillo parole di guerra, colei che ha trovato al garante perfino l’avvocato per lo scontro a carte bollate. Ne rimarrà solo uno, ai piani alti del Movimento, e Virginia Raggi ha scelto di giocare per Grillo contro l’ex premier, con cui non ha mai legato. “Lo Statuto del M5S gli dà dei poteri, e se Beppe li esercita fa bene” ha teorizzato sulla Rai, pochi giorni fa.

Sta con il fondatore, nella lotta per il (presunto) ritorno alle origini. “La cosa più brutta è trasformarsi in quello che si è sempre detto di voler combattere” ha sostenuto l’ex sindaca di Roma, ostile al campo largo “perché fra un partito di sinistra storico come il Pd, e il M5S, che si ricicla come tale, la gente sceglie l’originale e non la copia”. Fendenti pubblici, dopo settimane in cui si era mossa solo nelle chat interne, rilanciando i post di Grillo. “Ne ha ripostati due in tempo reale”, raccontano. “È lei a spingere Beppe alla battaglia” accusano i contiani. Lui, il fondatore, le avrebbe promesso di diventare la guida del Movimento, se vincerà lo scontro nell’assemblea costituente e/o in tribunale. Cattiverie, magari. Però dal M5S ostentano quella che considerano la prova regina, ovvero il fatto che Grillo si è affidato all’avvocato romano Pieremilio Sammarco, lo stesso legale presso cui lavorava Raggi prima di stravincere le Comunali nel 2016. Un veterano assicura: “Beppe darà battaglia sul simbolo e probabilmente proverà a fermare l’assemblea costituente. Virginia gli sarà preziosa, per cercare di portare dalla sua parte gli attivisti. E poi fa parte del Comitato di garanzia…”. Ossia dell’unico organo veramente di peso del M5S, dove Grillo la volle assieme a Roberto Fico e all’ex senatrice Laura Bottici. Al Comitato – e a Conte – il garante ha scritto a inizio settimana, chiedendo spiegazioni sul funzionamento dell’assemblea costituente di ottobre. Soprattutto, da loro tre si passerà per discutere dell’eventuale modifica alla regola dei due mandati, totem intoccabile per Grillo, inserito nel Codice etico. “Il comitato adotta o modifica, su proposta del presidente, il Codice Etico da sottoporre alla consultazione in rete degli iscritti” recita infatti lo Statuto. Come il fondatore, Raggi non vorrebbe toccare la regola, anche se lei è già al terzo mandato, e Conte non smette di ricordarlo. “La regola è già stata cambiata per situazioni particolari” ha scandito sul palco della festa del Fatto, alludendo al mandato zero – grazie a cui il primo mandato in Consiglio comunale non viene conteggiato – che le consentì di ricandidarsi in Comune nel 2021.

Di sicuro l’ex sindaca rimprovera all’avvocato anche di aver ridotto drasticamente il peso della piattaforma web nel M5S, mentre per lei le consultazioni online sono un dogma. E poi c’è il nodo della collocazione politica, con Raggi contrarissima a un eventuale sostegno dei 5Stelle a un Gualtieri bis a Roma – ipotesi ad oggi molto complicata, anche se qualche sherpa già ne discute – e comunque a un accordo con il Pd. In Campidoglio, pare, non parla praticamente mai della sfida tra Conte e Grillo. Lavora e discute degli atti, partecipa alle riunioni. Fuori, sente spesso il garante e ha contatti con diversi ex 5Stelle, che si stanno raggrumando attorno a Grillo. Comunque diversi da lei, l’unica vera big per il garante.


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