
(Giancarlo Selmi) – L’attuale situazione italiana è degna di una situation comedy nella quale prevale la goffaggine di politici indegni, di gente che pensa più a collezionare tangenti che pensare ai bisogni di chi governa, di vere e proprie macchiette degne del miglior Peppino De Filippo, occupanti poltrone. Di esternatori amenti incapaci di intendere ciò che essi stessi dicono. Di malfattori che, per abbindolare e manipolare menti deboli, sono capaci di qualunque cosa, crudeltà incluse. Il giornalismo? Tranne rare eccezioni, non pervenuto.
E così una decina di umoristi che si occupano di disegnare vignette satiriche, più il magico Crozza, si sostituiscono al giornalismo, ringraziano per la enorme mole di lavoro e informano. Sostituendo alle lacrime, che meriterebbe in misura copiosa questa situazione, le risate. Così, tanto per dire: un “innocente” che patteggia 25 mesi di carcere, quindi al massimo un innocente pregiudicato, si autoassolve in diretta televisiva, e ci credono tutti, alla presenza delle non domande e della faccia condiscendente, di una lingua con i nei, in una esplosione di bava che definire sontuosa è un eufemismo.
Ma le cose sono tante. “Il Piave mormorò: non passa lo straniero”. Pare abbia cantato l’avvelenatore di menti, lo spargitore di odio, Salvini, mentre rifiutava un porto sicuro a 147 esseri umani salvati in mare da sicura morte. Uomini, donne, vecchi e bambini che si accingevano ad assalire, armati di termocoperte, il nostro suolo patrio. Lui era lì nella garitta della trincea, con il salame e il prosecco d’ordinanza, pronto a dare il suo ultimo mojito per salvare la Patria.
Ancora più grave che la tesi l’abbia ripresa e rilanciata la signor presidento. Gravissimo che ci sia tanta gente che, invece di scompisciarsi dalle risate, ci crede.
Impossibile non ricordare un’illuminazione di Ennio Flaiano: “la situazione è gravissima. Ma non seria”