
(Bartolomeo Prinzivalli) – Poco fa ho aperto la home di Facebook e mi è apparso un post di Grillo con un nuovo logo, praticamente identico al vecchio ma con le stelle sostituite dalle pec. Trovata divertente, tipica del personaggio che con ironia spiega il momento particolare.
A tal proposito però mi sento di dire a Beppe che in passato, quando anch’io ne facevo parte e mi sentivo in minoranza, quelle pec avrei voluto sostituirle con i draghi, le poltrone, le promesse, le ammucchiate, le pensioni, le armi, i pass, i caffé in piedi, le cartabia, le transizioni ecologiche, i quesiti da imbecilli e le vigilanze interne, perché di autogol ne sono stati fatti diversi nel tempo, solo che nessuno lo ha mai toccato personalmente come oggi accade. Come ho superato la cosa? Semplicemente andando via, ridimensionando la volontà di fare il bene della collettività mediante obiettivi meno ambiziosi ma più concreti; e così hanno fatto in tanti, ciascuno a modo proprio, seguendo la propria strada. Capisco che quella casa l’abbia fondata lui, ma se non la riconosce più farebbe bene a lasciarla a chi crede di poterla adeguare ai tempi, trasformandola in ciò che sceglierà chi rimane, fosse anche un tugurio o un motel a ore. Cercare di demolirla gli fa fare solo la figura del bambino a cui è stato sottratto il giocattolo, prezioso, remunerarivo ma pur sempre un giocattolo.
Perché alla fine, osservando i modi e i toni usati, per i protagonisti della vicenda il bene dei cittadini non sembra così prioritario…