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La Woke culture alla resa dei conti

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-I sensi di colpa della sinistra occidentale-

(Stefano Rossi) – In molti avranno notato la pubblicità per “Grand Tour Italia”, aperta vicino Bologna il 5 settembre.

Patrizio Roversi, simpatico conduttore televisivo, parla delle tante fortune che abbiamo noi in Italia, poi si avvicina ad una tavola imbandita, con accanto un africano, o persona di colore e, mentre fa un brindisi, dice: “Che fortuna vivere in Italia. E chi ha avuto tanta fortuna deve farsela perdonare”.

Lo dice mentre guarda dritto negli occhi l’africano che gli sta vicino.

Roversi brinda con un bel calice di vino rosso, l’africano con una improbabile bevanda giallina. In un altro spot, molto simile al primo, con uno stentato italiano e un sorriso artificiale, l’africano, dice: “Andiamo a manghiare i dordelini”.

I pubblicitari, questa volta, hanno trascurato un particolare.

All’africano non gli hanno dato il vino perché, forse, musulmano e, per la carità, non si devono offendere. Ma si dimenticano che nei tortellini c’è carne di maiale che è vietato mangiare ai musulmani.

Spot orribili e stupidi per gli stereotipi sbattuti in faccia ai più intelligenti e attenti osservatori.

Quell’inflessione dialettale, da film anni 70, non si può sentire.

Ma quello che per me indigna e grida vendetta è la frase di Patrizio Roversi, secondo cui, ci dobbiamo far perdonare la tanta fortuna che abbiamo ad essere nati dalla parte giusta del pianeta.

Come fosse un neo peccato originale da scontare a prescindere da tutto e da tutti.

Di questi tempi, Federico Rampini, che è stato comunista (per sua ammissione), sicuramente come Patrizio Roversi, ha scritto un bel libro su questo incredibile senso di colpa che cova in tutta Europa, per lo meno quella occidentale.

Non abbiamo più valori da proporre al mondo e alle nuove generazioni, abbiamo solo crimini da espiare. Questo è il suicidio occidentale. Nelle università domina una censura feroce contro chi non aderisce al pensiero politically correct, si allunga la lista di personalità silenziate, cacciate, licenziate. L’establishment radical chic si purifica con la catarsi del politicamente corretto … quell’alleanza fra il capitalismo finanziario e Big Tech pianificò una globalizzazione che ha sventrato la classe operaia e impoverito il ceto medio, creando eserciti di decaduti”.

Spiega che Russia e Cina si stanno spartendo il meglio dell’Africa mentre l’Europa sta a guardare per paura di essere criticata come “colonialista”.

Quello che non si deve dimenticare è, invece, la realtà dei fatti.

Tutte le medicine, tutte le strade più importanti, aeroporti, dighe, fiumi dragati, palazzi, tecnologie di vario genere e utilità, per non citare ospedali, scuole e aiuti umanitari provenivano, e provengono, dalle società dell’occidente e non certo per sensi di colpa.

Si dirà per colonialismo. Si, anche, ma più di ottanta anni fa.

Ancora oggi, grazie alla Chiesa, si aprono scuole, pozzi per l’acqua e costruiscono case in mattoni.

Allora dobbiamo per caso chiedere scusa a mezzo mondo per le conquiste degli Antichi Romani?

Dobbiamo andare in Grecia in processione, scalzi e in ginocchio, perché dovevamo “spezzare le reni”?

Il politically correct, la cancel culture, il pensiero woke non ci appartengono a noi occidentali. Purtroppo, in parte, ha influito la politica, certamente di sinistra.

Negli USA, i democratici se ne stanno accorgendo solo ora ma è troppo tardi.

Donald Trump ci ha costruito la sua fortuna scagliandosi contro queste neo “pagane” culture che sono la sua fortuna.

Noi dobbiamo sì stare svegli ma per rifiutare il peggio che c’è da queste mode culturali.

Ma perché diavolo ci dobbiamo sentire in colpa davanti ad un africano, francamente non lo capisco.

Ma da quei sensi di colpa sono nate iniziative come quella della parlamentare del Pd, Alessandra Moretti, di nascondere “i simboli religiosi” in un cimitero per le cerimonie dei laici. Ma quali mai sarebbero i “simboli” religiosi in un cimitero se non le Croci??? E chi mai si dovrebbe offendere alla vista delle Croci? I laici???

O gli stranieri musulmani?

E, così, fa dire al conduttore, Corrado Formilli: “La cultura italiana non esiste”.

Anziché chiedere scusa, per la fesseria, ha pure chiarito il senso: “Le seconde generazioni stanno cambiando la nostra cultura. Stiamo imparando anche dagli stranieri cose che non sapevamo”.

Qui, la cancel culture è all’apoteosi. Pure la cretineria.

Se proprio dobbiamo chiedere scusa, facciamolo per l’ignobile pubblicità di “Grand Tour Italia”, che presenta un africano come fossimo negli anni 70/80.

Insieme a Patrizio Roversi perché io, con quel sorriso e quella inflessione, mi sarei rifiutato di fare il brindisi.

Stefano Rossi


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