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L’inutile guerriglia contro Giuseppe Conte

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(Gioacchino Musumeci) – La storia determina il futuro ma i puristi del Movimento non possono accettarlo.

Capisco si tratti di una storia scomoda da ammettere ma che il Movimento di Grillo fosse una babele di contraddizioni insostenibili è sotto gli occhi di tutti. E oggi queste contraddizioni sono esplose, riconoscerlo aprirebbe al risanamento e invece no. In quest’ambito i conservatori grillini sembrano cattolici fondamentalisti che non possono criticare le sacre scritture. Queste nel caso del Movimento sono le parole del mistico elevato, il quale ha enormi responsabilità difficili da riconoscere, ma evocare Conte per nasconderle è ridicolo. Il Movimento di Grillo NON DI CONTE , è stato costruito su palesi vaffanculo che hanno prevalso sul raziocinio solleticando milioni di pance. Eccellente, però l’effetto del solletico passa e si fa i conti col potere che si era promesso di scardinare per attrarre milioni di voti. Quante chiacchiere….Di quel Movimento famoso che per qualche ragione a me ignota piace ancora a qualcuno, innumerevoli parlamentari sono migrati altrove perché non esisteva alcun criterio selettivo oltre l’illusorio uno vale uno. Dunque l’idea alla base rappresentativa non aveva attecchito ma i cittadini, illusi da Grillo, pensavano ad una rappresentanza onesta, solida e ben selezionata e questo fu un primo grande inganno. Certo tanti cittadini ignoravano che costituzionalmente parlando, e Grillo lo sapeva naturalmente, non esiste l’imperativo del mandato. Il garante forse pensava di compensare con teatralità estemporanea e sempre più diradata e naturalmente regolette varie. Perciò fin dal principio dentro il Movimento accanto a onestissimi coesisteva una mandria di fasulli opportunisti che interpretarono sfacciatamente uno spettacolo indegno.

Tanti elettori oggi sgomenti, per una forma di ingenuità clamorosa, pensano che nel tempo certe prestazioni non abbiano avuto peso. E’ la stessa ingenuità di cui ha approfittato Grillo per attrarre consenso ai tempi di performances che non mi hanno mai affascinato. Tenendo la storia in giusta considerazione la teoria che ” ha stato Conte a inguaiare il Movimento” è patetica; il Movimento s’è inguaiato da sé per la postura originale che non ammette reali rivoluzioni interne. Intendo dire che Grillo e i suoi parterre vogliono un loro clone alla guida del Movimento. Stabilito che Conte non lo era, eppure lo conoscevano bene, l’hanno combattuto dall’interno coi risultati che gli italiani conoscono. E ciò naturalmente ha avuto prevedibili disastrose ricadute sul piano del consenso; perché ? Ebbene c’è davvero del tragicomico nelle scelte di Grillo. Se Conte, come sosteneva il garante era davvero inadatto al Movimento, chi l’aveva scelto non è visionario, è altrettanto inadatto a scegliere come Meloni coi suoi. Fa ancor più ridere, o piangere, che dopo aver dichiarato pubblicamente Conte inadatto al Movimento, commettendo uno strafalcione comunicativo colossale, Grillo se l’è pure tenuto perché capì, con tutta probabilità illuminato da Gigino il progettista subdolo ed entourage, che senza sarebbe scomparso.

L’elettore lucido ha pensato che Grillo fosse scemo o furbo, ma chi uscì malissimo dalla contesa in ogni caso fu il Movimento la cui immagine pubblica era diventata paradossalmente un covo di serpi. All’epoca scrissi chiaramente che gli esiti dei capricci estivi del Grillo 2021 in prospettiva sarebbero stati tragici. Eppure basta semplificare e astrarsi dalla storia per sostenere “ Ha stato Conte”. Ergo: Tempo fa scrissi che con Grillo garante il Movimento post Draghiano poteva considerarsi defunto. L’elemento determinante è che Grillo non se ne andrà mai e Conte, duole esser giunto a pensarlo e spero vivamente di sbagliare, dovrebbe fondare una forza politica ex novo poiché i giochi sono fatti ormai. Agli occhi di elettori come me, e siamo milioni, è impossibile conciliare due figure i cui continui litigi hanno letteralmente stufato. Che poi si sia arrivati alle diffide rende lo scenario una prece. A meno che la Costituente non sia decisiva e apra a condizioni nuovissime, è nitido che la guerriglia interna al Movimento non finirà mai rallentando così progetti, rinnovamento, opzioni democratiche interne e operato politico. E chi vorrebbe un Movimento così? Sempre meno elettori.


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