(Di Pino Corrias – ilfattoquotidiano.it) – Solo chi pensa male della vita senza imbrogli, anzi chi “mal pensa”, direbbe il grande Frankie hi-nrg, può proporre e poi decidere con prepotenza di intitolare un aeroporto internazionale a Silvio Berlusconi, che ancora non ha smesso di rilasciare in atmosfera la sua eredità di veleni culturali, sociali, politici – ci toccheranno per un altro ventennio almeno – anche al netto delle tribolazioni giudiziarie, finite tutte nell’archivio dei cieli, tranne una.
Il sindaco di Milano, Giuseppe Sala quei cieli nazionali vorrebbe tutelarli, alzando un dito e un ricorso contro quella intestazione che tanti scandali fa ancora decollare tra le nuvole della nostra storia recente anche se in troppi, trascorso il funerale, cominciano a dire che in fondo non era poi male quella stagione di sgangherata anomia, rispetto alle cupezze securitarie dell’oggi.
I figli si sono blandamente indispettiti contro Sala. Ma i figli, si sa, fanno quello che sanno, i pesci in barile. Marina per esempio si è rifugiata nel silenzio, visto che pensa a come tenersi gli extraprofitti di Mediolanum. Pier Dudi ha bisbigliato “che forse non era il tempo opportuno” per quel battesimo, gli interessa di più palleggiare sui conti di Publitalia e scendere in palestra a coltivare i pettorali. La terzogenita Barbara, credendosi spregiudicata, ha intravisto una ripicca politica del piccolo Sala, sperduto nell’ombra grande del babbo. Il resto è istruttiva routine. La destra che imbroglia sulla memoria. La sinistra che prova a coltivarla. Salvini che spolvera.
Ma una soluzione ci sarebbe, utile a rimettere in fila le faccende di questo padre della Patria che “le minorenni date in pasto al Drago” chiamavano Papi. Chiedete a Veronica un riassunto. Scoprirete che per quanto ne “mal pensa” è già lei meritevole di intestarsi l’aeroporto.