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Il genocidio, l’amore e il nuovo ordine mondiale

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(Tommaso Merlo) – Il genocidio a Gaza dura ormai da un anno e nessuno è riuscito a fermalo. L’ONU si è confermata impotente, le diplomazie inutili, i governi ipocriti, la società civile marginale. Decine di migliaia di innocenti sono stati sterminati sotto gli occhi di un mondo inerme anche se confortano le proteste scoppiate in ogni angolo del globo. Come se la gravità della tragedia di Gaza è tale da toccare corde comuni a tutti gli esseri umani. La nostra natura più autentica, al di là di nazionalità, culture, credenze, opinioni, storie. I nostri corpi, la nostra mente il nostro cuore funzionano tutti allo stesso identico modo e con tutti condivamo quel mistero chiamato vita. Non sappiamo da dove veniamo e nemmeno dove finiremo eppure viviamo come se sapessimo tutto e come se avesse senso imporre perfino con la violenza le proprie credenze sugli altri. Trascorriamo sul pianeta un battito di ciglia e spenderlo per spargere dolore e terrore è la decisione più stupida e deleteria che un essere umano può compiere. Perché le prime vittime del nostro male siamo noi stessi e perché solo l’amore incondizionato dona senso alla nostra vita e ci sopravvive. Condottieri, generali, politicanti hanno lasciato alle loro spalle solo sangue e macerie, gli unici esseri umani che hanno avuto un impatto duraturo sul mondo sono quelli che hanno contribuito amorevolmente al bene comune. Quelli che hanno espresso la loro anima invece di finire schiavi del proprio misero ego. Riflessioni che riemergono davanti ad un abominevole genocidio e ad una escalation che rischia di diventare mondiale. Viviamo un’era pericolosissima, personaggi schiavi del loro tossico ego hanno tra le mani un potere enorme e siamo di fatto privi di un ordine mondiale. Israele può sterminare liberamente i palestinesi per il semplice fatto di essere protetto e addirittura sostenuto dagli americani che sono il boss di questo quartiere chiamato mondo. Una leadership mafiosa perché basata solo sulla forza, quella militare ed economica e non certo morale. A seguito della seconda guerra mondiale si erano imposti come paladini del mondo libero e democratico, poi il capitalismo li ha divorati e sono passati alle guerre basate su delle menzogne di massa, a guerre addirittura preventive, a chicche vergognose come Guantanamo, a figuracce epocali come quella afgana e adesso perfino ad essere complici di un orrendo genocidio. Vittime dell’immenso indotto bellico e di bulimiche lobby, hanno reso il mondo più insicuro ed ingiusto perdendo strada facendo ogni credibilità. Ma noi europei apparteniamo allo stesso clan occidentale e siamo complici fino al midollo. Anche del genocidio. Così non può andare avanti se non con una autodistruzione atomica. Serve un nuovo ordine mondiale e l’ascesa della Cina potrebbe essere la svolta. Una civiltà con quattromila anni di storia rispetto ai tre secoli mal contati degli Stati Uniti, una repubblica cinese con lacune democratiche ma che diversamente dagli americani non trascorre il tempo a piazzare basi militari ovunque e trovare scuse per scatenare guerre. E si relaziona con umiltà invece che da bulli. Rispettando le regole e nel mutuo interesse invece che acciecati dal profitto. È storia. Il sorpasso tecnologico cinese è già avvenuto mentre quello economico è alle porte e con la nascita del Brics finirà presto anche l’impero del dollaro. Per quanto riguarda la leadership politica mondiale non è un obiettivo cinese, lo dicono apertamente proponendo un ordine multipolare in cui cioè non vi sia un boss e delle bande rivali che competono per controllare un territorio, ma più poli liberi di esprimersi liberamente e con pari dignità. Un mondo dove la diversità non sia vissuta come una minaccia o addirittura una scusa per scatenare guerre e dove sia possibile convivere pacificamente nel rispetto di regole comuni. L’opposto di quello che sta avvenendo a Gaza, una pagina talmente buia della storia da poter potenzialmente accelerare la fine dell’egemonia americana e la nascita di un nuovo ordine mondiale. Un ordine in cui la democrazia si riemancipi dal capitalismo e in cui gli esseri umani vivano esprimendo la loro amorevole anima invece di finire schiavi del proprio misero ego.


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