
(Tommaso Merlo) – A Gaza sono di nuovo alla fame perché Israele ostacola i convogli umanitari, la Harris ha invece fame di voti e questo sincronismo pare abbia smosso qualcosa. Gli Stati Uniti hanno inviato una lettera a Netanyahu dicendo che sospenderanno l’invio armi se entro trenta giorni non migliora la crisi umanitaria a Gaza. La furia di Netanyahu è filtrata attraverso la lobby ebraica americana. Sono scandalizzati, da sempre Israele riceve massici aiuti in maniera del tutto incondizionata, montagne di soldi ed armi con cui sono liberi anche di commettere crimini se gli aggrada. E non accettano che tale alleanza di ferro venga incrinata in piena guerra. E vanno capiti. Senza lo sponsor americano, ai sionisti non resterebbe che la fuga. Secondo alcuni la lettera è un segnale positivo, secondo altri solo una mossa elettorale. Insospettiscono quei trenta giorni, giusto in tempo per far passare le elezioni presidenziali. Del resto per aprire i cancelli e far passare i convogli umanitari basterebbe una telefonata di Netanyahu mentre la Harris ha un immediato bisogno di consenso. L’establishment che la sostiene all’unanimità credeva in una sua galoppata trionfante ed invece se la gioca fino all’ultimo voto col decrepito Trump. Colpa di uno scarso spessore personale ma anche della disastrosa complicità nel genocidio. Molti elettori democratici non riescono a far finta di nulla mentre i musulmani a stelle e strisce di votare la Harris non ci pensano neanche. Un grosso problema soprattutto negli stati in bilico dove ogni voto è decisivo. Ed ecco quella lettera e qualche frasetta in più a favore dei poveri palestinesi. Non per convinzione ma per convenienza sua e dell’establishment che la manovra. Anche Obama è intervenuto per sostenerla, l’ex presidente si è chiesto in lacrime come mai siamo arrivati al punto di un vecchio erotomane, narcisista e mentitore patologico come Trump. La risposta Obama la troverebbe guardandosi allo specchio. Per decenni i cittadini si sono illusi votando fenomeni come lui e sono rimasti puntualmente delusi. E questo perché oggi la politica una volta impoltronita serve l’establishment lobbistico e non i poveri cristi mentre porcherie come la guerra non fanno pause. Per questo in tutto l’Occidente vanno forte personaggi e movimenti fuori dal coro come Trump. È come una reazione dei cittadini al tradimento subito dall’ipocrita politica perbenista ed elitaria. La tendenza a tifare più che a partecipare e il malessere esistenziale diffuso, hanno fatto il resto. Lo ha spiegato bene Jill Stein, la leader del Partito Green americano che grazie alle sue posizioni pro Palestina sta vivendo una rosea primavera. La Stein spiega che negli Stati Uniti si vota più per odio verso il candidato altrui che per amore verso il proprio. E che sotto sotto non c’è nessuna reale idea politica alternativa. Solo due facce della stessa medaglia di legno. Il bipartitismo è una vergogna soprattutto in tempi di pensiero unico, serve al sistema per prevenire ogni vera opposizione e restare saldo. La Stein è il terzo incomodo ed i suoi voti potrebbero essere utili alla Harris, per questo i democratici l’hanno presa di mira. L’accusa principale è proprio quella di aiutare Trump coerentemente con una politica dove le strategie elettorali contano molto di più delle idee e dei valori. Ma la colpa principale di Jill Stein è in realtà quella di essere libera dalle lobby e rappresentare solo la sua comunità. È ricordare così nel cuore degli Stati Uniti come dovrebbe funzionare una vera democrazia. Jill Stein è libera e quindi può dire la verità sui milioni di americani che rinunciano alle cure mediche perché troppo costose e che faticano a pagare l’affitto mentre la Casa Bianca sperpera immense risorse per finanziare l’industria della guerra infinita. Jill Stein è libera e quindi può definire quello di Gaza un vergognoso genocidio parte di una pulizia etnica che dura da decenni e da un anno chiedere l’embargo. Altro che tardive letterine, altro che finto bipolarismo, altro che strategie elettorali. Ricostruire una democrazia pura espressione dei cittadini è la vera priorità storica in Occidente, l’unica via per prevenire certe tragedie e riconquistare la pace.