
(Tommaso Merlo) – Kamala Harris è complice del genocidio a Gaza. Non ha mosso un dito per fermare armi e soldi a Netanyahu e questo nemmeno quando ha capito che rischia di perdere proprio per quello. Difficile credere che Kamala in cuor suo sostenga un genocidio che solo ieri ha contato altri 50 bambini massacrati, ma un conto è la propria coscienza, un altro la politica oggi come oggi. La Harris ha contro elettori del suo partito che non vogliono essere complici, è stata contesta da attivisti pro Palestina ai comizi e pressata dai veri giornalisti superstiti, eppure non si è smossa dalle solite ritrite frasi fatte e ancora blatera del 7 ottobre come se fosse iniziato tutto lì. Recita un copione che non può o non riesce a gettare nella spazzatura. La Harris ha ricevuto endorsement da ogni celebrità, ha raccolto e speso una fortuna in campagna elettorale, ha tutta la stampa organica spudoratamente a favore, il suo rivale è talmente disastroso da venire scaricato anche da generali e personalità repubblicane, eppure la Harris è impantanata in una lotta all’ultimo voto. Al punto che le farebbe molto comodo il sostegno di tutti coloro che non vogliono sporcarsi le mani di sangue a Gaza e delle comunità arabe in subbuglio negli stati in bilico. Eppure niente. Un caso davvero emblematico del degrado della democrazia occidentale. Opporsi al genocidio per la Harris significa andare contro un sistema che le ha permesso di arrivare fino a lì, significa andare contro ad una lobby ebraica che finanzia profumatamente lei e tutto il suo partito da decenni e contro un establishment alle sue spalle visceralmente pro Israele e che se ne frega perfino della sua base. Basti sentire i recenti deliri di Bill Clinton e consorte intenti a mettere pezze peggio del buco. Certo, davanti alla tragedia del secolo, la Harris avrebbe potuto rompere gli schemi e dare retta al malcontento popolare e a quello del suo cuore, ma se avesse avuto una tale forza e un tale coraggio politico non sarebbe certo arrivata fino a lì, le lobby selezionano con cura i loro alfieri. Ma quella ebraica è comunque una lobby potentissima tra tante altre e la logica è sempre la stessa. La sanità negli Stati Uniti è privata perché alle lobby del settore conviene. Nelle scuole si spara perché alle lobby delle armi conviene. Si mangia plastica perché alle lobby elementari conviene. Continuano a scatenare guerre inutili perché alle lobby della morte conviene. Comandano le lobby o meglio comandano i loro soldi. Perfino un presidente eletto a furore di popolo come Obama alla fine non concluse nulla, non appena osava intaccare qualche interesse lobbistico finiva sotto attacco o sotto ricatto. Lo ha ammesso lui stesso. Nella democrazia americana il potere non appartiene più al popolo, ma al dollaro. Il sistema capitalista ha generato enormi potentati ideologici ed economici che si comprano partiti e politici in modo che una volta nei palazzi non servano la volontà popolare, ma la loro. Ma c’è di più. Le grandi lobby finanziano entrambi gli schieramenti politici in modo da vincere comunque. La Harris rischia di perdere lavandosene le mani del genocidio, ma Netanyahu sa già che vincerà comunque perché ha in tasca anche Trump e magari con l’altro burattino armi e soldi arriveranno ancora più generosamente. Davvero drammatico, per Gaza ma anche per tutti noi. Il capitalismo si è comprato la democrazia. Con la società ridotta al servizio dell’economia e non viceversa. Aizzati da media complici del sistema, i cittadini si scannano tra loro ma in realtà sono tutti stati fregati a monte. La politica li usa e poi li getta. Se persiste una delirante ingiustizia sociale, se imperversa la giungla consumistica, se continua la devastazione ambientale, se passiamo da una guerra assurda all’altra, se le grida di dolore vengono ignorate, è tutta conseguenza di una politica non più al servizio dell’interesse pubblico ma di quello privato e quindi egoistico e quindi miope e quindi senza cuore e senza cervello delle lobby. Basta guardarsi attorno. Realtà da una parte, scelte politiche dall’altra. Sarebbe ora che i cittadini si sveglino ed invece di dividersi e scagliarsi gli uni contro gli altri sul nulla, si coalizzino per riconquistare la sovranità che gli spetta in una vera democrazia.