
(Giuseppe Di Maio) – La cronaca di questi giorni ha eccitato l’immaginazione dei commentatori più in voga. Se questo governo inventa reati per coloro che si esprimono liberamente, inasprisce le pene dei reati che non possono commettere i colletti bianchi e cancella invece quelli commessi da loro; se vuole processare i governi precedenti, impedire alle commissioni preposte di scoprire scomode verità, diffondere cifre fasulle per fare propaganda del proprio operato; se ad ogni fiasco plateale assegna sempre la colpa ad altri, se i suoi nemici sono le opposizioni, gli organi di controllo, la logica, e se la spiegazione, la fonte di ogni suo abuso è quel popolo che ha votato per il centrodestra due anni fa, c’è il serio sospetto di essere preda di un regime oppressivo. Allora, dicevo, gli esegeti si sono dati da fare per dare un nome a questa politica, giacché il semplice aggettivo di fascista è ormai abusato, fuori moda, pericoloso, rischia di farli espellere dagli incarichi pubblici, prima ancora di farli trovare veramente faccia a faccia con squadracce di mazzolatori. E allora, ecco la democrazia illiberale, la democrazia autoritaria, la democratura, termini usati nel tentativo di dare un diverso nome alla menzogna, al raggiro.
Le convinzioni politiche dei reazionari e dei conservatori durano il tempo delle fortune del capo (gli Italiani erano tutti fascisti prima della caduta di Mussolini, dopo, non se ne trovava uno manco a pagarlo). Le convinzioni degli italiani odierni non seguono la giustizia, l’equità, ma i vantaggi e il tornaconto, essi sono diversi da come gli idealisti del bene comune li dipingono. Questo fine settimana ho voluto fare una capatina al mercato. Nel tragitto, illuminato dal questo sole inconsueto, mi sono domandato perché si vedono così poche utilitarie, ma solo Suv e fuoristrada. Pare che la gente faccia a gara a chi ha l’auto più grande, e non solo. Ho considerato che lotta di classe è l’unica molla sociale e politica, una gabbia in cui ci si sbrana per appollaiarsi più in alto degli altri, in cui si mente. Il proprietario del negozio mi riempie il sacchetto di pomodori secchi. Cosa? Ma è mai possibile che ogni sei mesi me li aumenti di un euro? Che ci vuoi fare, aumenta tutto, prova ad andare in centro e vedi quanto costano. Tu mi dirai, solo gli stipendi e le pensioni non aumentano. Esatto, bisogna domandare il perché alla Meloni. No, la Meloni è brava, come questo governo. Sono dei ladri, altro che bravi. E’ che quelli di sinistra non vogliono lavorare; il 110, ad esempio, chi ha fatto il 110? Ma… Io ti toglierei il voto, lo toglierei a tutti quelli destra, e forse anche la libertà di parlare. Vabbè, guarda che cosa ti do. Una caramella? Dalla a quelli di sinistra.
Sì, il problema di questa società sono gli oppositori, dopo sarà perfetta. Il problema è chi si ostina a capire l’imbroglio e volere un sistema di regole. Il fascismo è la dittatura degli sciacalli e delle iene.