
(Tommaso Merlo) – Stanno usando la guerra in Ucraina come scusa per il riarmo. Prima l’hanno spacciata come invasione russa invece che come reazione di Mosca all’invadenza della Nato e adesso che si è messa male, voglio più armi in vista di un possibile scontro diretto. Il ritorno di Trump ha accelerato il tutto perché non è intenzionato a farci da badante in caso la Russia decida di invaderci. Altre panzane colossali. Trump non ha mai messo in discussione l’alleanza occidentale ma solo come si è ridotta la Nato, a lobby delle armi e delle guerre a vanvera. Quanto a Putin, fino a ieri lui ed i suoi oligarchi erano amiconi che trascorrevano le vacanze nelle ville e sugli yatch ormeggiati lungo le nostre coste oltre che soci d’affari d’oro. Trump non ha cambiato idea, sono state le tecnocrazie europee a farlo dando retta alle farneticazioni di Biden e compagnia bella. La vera colpa di Putin è quella di aver osato opporsi all’arroganza della Nato diventando di colpo peggio del demonio. Già, il mondo cambia quando cambi il modo in cui lo guardi. Oggi Putin, ieri Saddam, Gheddafi e demoni simili. Noi occidentali quando ci convengono li applaudiamo e scendiamo a patti, quando ci danno fastidio prima li demonizziamo poi li attacchiamo. In Ucraina siamo stati solo più ipocriti del solito, avendo paura di uno scontro diretto con Mosca abbiamo mandato avanti l’Ucraina infarcendola di armi e di soldi e godendoci lo spettacolo da casa. Quando poi tutto finirà, come al solito non si troverà mezzo responsabile. La macchina bellica funziona così. Prima creano mostri, poi manipolano le masse con la paura in modo da convincerle che sia indispensabile combattere e sottrarre soldi pubblici alla sanità e ai bisognosi per investirli nell’industria della morte. Poi raccattano carne da macello, poi creano qualche pretesto e a quel punto assistono alla carneficina dalle loro scrivanie di mogano. Se poi va a finire male fanno spallucce e passano alla poltrona successiva. Che Putin voglia invadere l’Europa è una panzana che non ha mai detto e probabilmente nemmeno pensato visto che fino a ieri era di casa e non ne avrebbe nessuna ragione. Ma quando imperversa la propaganda, la realtà diventa un dettaglio. Col mondo che cambia a seconda della convenienza del momento. Per manipolare le masse, la macchina della guerra usa il mito della difesa senza che nessuno si chieda mai davvero da chi. Oggi usano Putin, ieri Saddam o Gheddafi e demoni simili. Ma ad aver bisogno di difendersi erano loro, non noi. Siamo noi occidentali che provochiamo ed attacchiamo da decenni mezzo mondo, siamo noi il pericolo numero uno, non gli altri. E quando gli altri reagiscono, gli attribuiamo la responsabilità della loro reazione e riattacchiamo di nuovo. In psicologia si chiama manipolazione, in politica estera vergognosa ipocrisia. Sono decenni che noi occidentali ci inventiamo minacce senza renderci conto di essere noi la minaccia principale del pianeta. E cerchiamo continuamente nemici là fuori senza renderci conto di averlo dentro. Un nemico che si chiama inconsapevolezza di noi stessi e della vita che ci trascina in assurde derive autodistruttive come la guerra. Oltre alla difesa, la macchina bellica sfrutta anche il mito della sicurezza. Una sicurezza che però a questo mondo non esiste per nessuno e l’unico modo per ridurre i pericoli è avere buoni rapporti con coloro che ci circondano. Vale per le persone come per i paesi. La sicurezza si ottiene creando relazioni basate sul rispetto reciproco o perlomeno la tolleranza, e sviluppando una maturità tale per cui i contrasti si gestiscono in maniera civile. Ragionando, dialogando e non massacrandosi a vicenda. Coscienti che la pace è il bene più prezioso. Fuori e dentro di noi. Altro che investire in armi, bisogna investire in conoscenza e consapevolezza personale. Perché più una persona evolve, più vede la violenza e quindi la guerra nella sua follia e la rigetta. Vale per le persone come per i paesi e se l’essere umano non si autodistruggerà prima, varrà anche per il mondo intero. Non utopia, ma una concreta necessità sempre più urgente. Il mondo è già un sanguinario videogioco e tutti noi siamo già sotto tiro di ordigni addirittura nucleari e con la situazione che può sfuggire di mano in ogni istante. Altro che autolesionistico riarmo, serve riprendere la strada della pace avviata nel dopoguerra e sancita dalla nostra Costituzione. Serve una politica intelligente che ci porti avanti invece che indietro e facccia di tutto per prevenire la terza guerra mondiale.