(Di Franco Arminio – ilfattoquotidiano.it) – Gentile ministro della Salute Orazio Schillaci, ieri sono andato a fare le condoglianze ai parenti di una giovane donna morta all’hospice di Bisaccia. Nella struttura residenziale sanitaria c’è anche un reparto per lungodegenti. Bisogna dire che è stato fatto un buon lavoro anche dal punto di vista dell’arredo. Entrambi i reparti sono stati ristrutturati dopo la chiusura del piccolo ospedale di zona: erano gli anni dei tagli alla sanità.
Ma qui viene una domanda: perché non si è pensato anche al luogo dove vengono alloggiati i morti, luogo dove stanno un giorno intero, prima di uscire per il funerale? Io credo che sia uno straordinario esempio di inciviltà il nostro modo di trattare i morti, a cominciare dal fatto che facciamo anche fatica a parlarne.
Lei potrebbe obiettare: ma io sono il ministro della Salute, io mi devo occupare di snellire le liste di attesa. E e io potrei aggiungere che sarebbe il caso di garantire assai meglio un primo soccorso a chi vive nelle aree lontane dai grandi centri urbani.
Torniamo ai morti. Ovviamente la situazione di Bisaccia credo sia più o meno la stessa di tutti gli spazi in cui vengono alloggiate le persone quando muoiono negli ospedali. Si tratta quasi sempre di qualcosa che somiglia a un garage, un lungo corridoio e poi stanze spoglie e con poca luce in cui vengono poggiate le bare con malagrazia.
La mia richiesta è di pensare già dalla prossima legge di Bilancio un piccolo stanziamento da affidare alle aziende sanitarie per lavorare al decoro degli obitori. E direi anche di pensare a un piccolo stanziamento ai Comuni per il decoro delle camere mortuarie dei cimiteri, anche queste quasi sempre squallide.
Spero che questa mia piccola proposta non le giunga inopportuna e velleitaria, ma io credo che l’unico modo di risolvere le questioni più grandi forse sia cominciare da quelle piccole.
E so bene che non posso imputare a lei la rimozione della morte, con tutto quello che ne consegue in questo nostro tempo sgraziato e senza gioia.