Sul blog posta una foto con Casaleggio e scrive: “Delicato messaggio da annunciare” in vista del voto da ripetere

(di Gabriella Cerami – repubblica.it) – Non si smentisce mai, neanche da leone ferito. È pronto a tutto: anche a impugnare lo statuto e a rinunciare alla copertura legale per rimpossessarsi del simbolo. Beppe Grillo vuole ruggire e per farlo sceglie un orario preciso: le 11 e 03 di oggi. L’esordio del suo post è criptico, il resto lo è ancora di più. Quindi il garante fissa l’appuntamento e invita tutti a collegarsi: «Ho un delicato messaggio da annunciare». Quello scelto è un orario ma soprattutto è una data.
La mente corre all’11 marzo 2022, giorno impossibile da dimenticare in casa M5s perché gli iscritti hanno votato le nuove regole che hanno ufficialmente insediato Giuseppe Conte alla guida del partito stabilendone poteri e confini. Undici – fanno notare i più attenti – è anche l’articolo che delinea i compiti del presidente, che comunque il garante può sfiduciare chiedendo il voto degli iscritti. Dunque il fondatore potrebbe comunicare di essersi rivolto ai suoi avvocati per impugnare lo statuto mettendo così in discussione il ruolo dell’ex premier. Se Grillo dovesse riuscire a spuntarla, Conte decadrebbe perché la carica di presidente non era prevista dalle norme precedenti e di conseguenza il simbolo tornerebbe a tutti gli effetti nelle mani del fondatore.
Chiunque può presentare ricorso entro cinque anni e Grillo è ancora nei tempi per poterlo fare, anche se dal quartier generale di via di Campo Marzio trapela un certo stupore di fronte alla possibile volontà di farlo alla vigilia del nuovo voto, chiesto proprio dal garante.
E poi «non c’è nessun presupposto perché questa causa possa avere successo», sostengono i parlamentari più vicini a Conte. Se il testo è in vigore dal 2022 «perché Grillo si è svegliato solo adesso? È evidente quanto sia un’iniziativa pretestuosa». Ci sarebbe inoltre, secondo fonti del Movimento, un «evidente conflitto d’interesse» proprio da parte del garante, che ha partecipato attivamente alla stesura e agli incontri per mettere a punto la strategia adatta a superare i problemi che ci furono dopo i ricorsi degli attivisti esclusi dal voto. Ricorsi respinti dal tribunale di Napoli.
Di certo Grillo, nel nome anche di Gianroberto Casaleggio (e non è un caso se abbia scelto di pubblicare una vecchia foto che li ritrae insieme intenti a delineare nuovi scenari), proverà a bombardare i vertici M5S giorno dopo giorno. Parallelamente potrebbe presentare ricorso anche per riavere il simbolo, come prevede Danilo Toninelli, componente del collegio dei probiviri: «Quindi Conte anche formalmente sarà obbligato a fare il suo partito che sostanzialmente c’è già».

Il garante le sta pensando tutte. Non si arrende. La scorsa settimana ha chiesto di rivotare alcuni quesiti già sottoposti agli iscritti, in particolare quello che cancella il ruolo di garante. Ma in ballo ci sono anche la richiesta di modificare il contrassegno e la revisione dei poteri del presidente: i votanti gliene hanno attribuiti ancora di più.
Per questo oggi è anche il giorno dell’appello all’astensione. Non è facile far passare il messaggio e spiegare che chi ha votato a favore di Grillo questa volta non dovrà partecipare alla consultazione e così si abbasserà il quorum necessario per rendere valida la votazione.
Per il presidente sarebbe una debacle tale che lo porterebbe a lasciare il Movimento. Intanto minimizza: «Non mi aspetto nulla», Grillo «ha chiesto che si rivoti e rivoteremo», ma tutti sanno che la partita è apertissima e si percepisce una certa agitazione sul responso. Non solo. Il garante potrebbe rinunciare alla copertura legale prevista da un contratto privato firmato con Conte. E, come spiega Davide Casaleggio, «se il contratto sarà rescisso, il simbolo tornerà a chi di diritto». Quindi alla precedente associazione. Ma anche in questo caso si aprirebbero le porte dei tribunali.