Golda Meir, già nel novembre 1972 (mancavano cinque anni alla nascita di «Giorgia»), la «donna forte» di Israele chiariva tutto: non è l’articolo maschile o femminile che fa lo status

(Gian Antonio Stella – corriere.it) – «Vogliamo parlare della donna che Ben Gurion definì “l’uomo più in gamba del mio governo”»? «Quella è una delle leggende fiorite intorno a me», rispose Golda Meir nella celebre intervista a Oriana Fallaci, «Una leggenda che ho sempre giudicato irritante sebbene gli uomini la usino come un gran complimento. Lo è? Non direi. Perché cosa significa in fondo? Che essere uomo è meglio che essere donna: principio su cui non sono affatto d’accordo. Così ecco cosa vorrei rispondere a chi mi fa un tal complimento: e se Ben Gurion avesse detto: “gli-uomini-del-mio-governo-sono-in-gamba-come-una-donna”? Gli uomini si sentono sempre così superiori! Io non scorderò mai cosa accadde a un congresso del mio partito negli anni Trenta, a New York. Tenni un discorso e, tra la gente che mi ascoltava, c’era un mio amico scrittore. Una persona perbene, un uomo di grande finezza e di grande cultura. Quando ebbi finito, venne da me ed esclamò: “Brava! Hai fatto un discorso meraviglioso! E se penso che sei soltanto una donna!”».
Era il novembre 1972: 52 anni fa. Mancavano cinque anni alla nascita di «Giorgia». E già la «donna forte» di Israele chiariva tutto: non è l’articolo maschile o femminile che fa lo status. Eppure, dopo averla plaudita a dicembre 2023 a tutta pagina come «Uomo dell’anno» (nella scia della circolare meloniana che fissava la definizione «il presidente del consiglio» a dispetto dell’Accademia della Crusca: «Non c’è dubbio che l’articolo migliore per Giorgia Meloni sia il femminile») Libero è tornato ieri a definirla «il premier». Domanda: cosa ne direbbero Golda Meir o Sirimavo Bandaranaike, prima donna al mondo eletta premier 54 anni fa nello Sri Lanka? E la premier indiana Indira Gandhi? E la premier inglese Margaret Thatcher? E la premier tedesca Angela Merkel? E tutte le altre premier del pianeta così definite in italiano (in inglese «the» premier è, ovvio, sia per lui sia per lei) soprattutto se l’essere donna era vissuto ancor più in certi stati (si pensi a Benazir Bhutto in Pakistan) come lo «sfondamento del tetto» di cristallo?
Mah… Non sarà un po’ sovraccarica qualche devozione ai desiderata della «donna sola al comando»? Un giorno si pose il problema perfino il Duce. Che inviò al prefetto di Torino un telegramma memorabile: «Moderi atteggiamento ultra-demagogico della Gazzetta che facendo attendere i miracoli finisce per sabotare l’opera del governo».