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Martiri, profumi e banche dati: un anno di ordinario malaffare

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(A cura di Vincenzo Bisbiglia, Marco Grasso, Thomas Mackinson e Davide Milosa – ilfattoquotidiano.it) – Daniela Santanché collezionista di inchieste
Il ministro del Turismo Daniela Santanché è stata protagonista di diverse inchieste della Procura di Milano. L’ultima riguarda la sua iscrizione per bancarotta rispetto al dichiarato fallimento di Ki Group srl, società del food, di cui è stata presidente fino al 2021. Fascicolo appena aperto e ancora in fase di indagine. Dichiarata fallita anche Bioera spa, altra società del food già presieduta da Santanchè. Qui però non è ancora iniziato l’iter penale. Pacchetto già chiuso e in attesa della decisione dei giudici è quello che riguarda il gruppo Visibilia. Qui la ministra è imputata da un lato per falso in bilancio e dall’altra per truffa aggravata ai danni dell’Inps rispetto alla cassa Covid. Il 17 gennaio è fissata l’udienza preliminare per il falso in bilancio. Qui il gup deciderà se rinviare a giudizio la ministra. Mentre riguardo alla imputazione per truffa la Cassazione, dopo la decisione del giudice, dovrà esprimersi sulla competenza territoriale tra Milano e Roma.
Voto 4
La ministra dell’arroganzaal potere

Giovanni Toti “io come Tortora, anzi, come gesù”
All’uscita dai domiciliari ha citato Enzo Tortora. Poi ha dato alle stampe un’autobiografia che richiama Pablo Neruda, in vista dell’inizio di un processo mai iniziato. Infine, subito aver preso in contropiede i suoi stessi alleati firmando un patteggiamento lampo, si è paragonato nientemeno che a Gesù Cristo, parlando del suo personale Golgota. Il patteggiamento per corruzione e finanziamento illecito (2 anni e 4 mesi, convertiti in 1620 ore di lavori socialmente utili presso la Lilt) non ha leso l’autostima di Giovanni Toti, che ha pensato di festeggiare l’ufficializzazione dell’accordo con la presentazione del suo libro in Parlamento, alla presenza del presidente del Senato Ignazio La Russa, di due consigliere laiche del Csm, e del pasdaran anti-pm Enrico Costa. Obiettivo: far cancellare le leggi che lo hanno fatto condannare. A cominciare da quelle per lui più “incomprensibili”, come “il voto di scambio” e “Il traffico d’influenze”.
Voto 8
Patteggiare la pena e passare per innocente

Vittorio Sgarbi L’incontenibile passione per soldi e quadri (falsi)
Prima si è dovuto dimettere per l’incompatibilità tra le “attività parallele” nel campo della cultura per cui si faceva lautamente pagare, benché fosse stipendiato come sottosegretario ai Beni Culturali del governo Meloni. Poi è finito incriminato per una serie di reati commessi riciclando, esportando e alterando i beni culturali che avrebbe dovuto tutelare. Il 2024 è stato decisamente “l’anno nero” di Vittorio Sgarbi, impallinato dall’inchiesta giornalistica del Fatto diventata anche giudiziaria e motivo di imbarazzo nel mondo, finendo sul New York Times e sulle principali testate internazionali. Mentre a settembre è stata archiviata l’accusa di sottrazione di beni al Fisco, il 12 febbraio affronterà la prima udienza del processo per il tentativo di esportare illecitamente un Valentin de Boulogne esportato senza permesso. A Macerata pende quello per riciclaggio, auto-riciclaggio e contraffazione del Manetti.
Voto 6
D’incoraggiamento: è stato davvero un anno difficile

Piero Fassino Lo sbadato al duty free con lo chanel in tasca
Lui si è sempre giustificato parlando di una “distrazione”, di aver “appoggiato” il prodotto nella tasca del giaccone per rispondere al telefono. Alla fine il Tribunale di Civitavecchia lo ha condannato a pagare un’oblazione di 500 euro per estinguere il reato di tentato furto. È stata una primavera difficile per Piero Fassino. L’ex ministro è stato denunciato dalla Polaria di Fiumicino per aver cercato di portarsi via senza pagare, il 15 aprile scorso, un profumo Chanel Chance di 130 euro dal duty-free dell’aeroporto Da Vinci. Dopo che il caso fu rivelato dal Fatto, il deputato del Partito democratico si disse disposto a pagare per evitare il processo penale. E così è stato: dopo un po’ di tempo ha versato 500 euro e così il Gip del Tribunale di Civitavecchia ha accettato l’istanza della difesa di Fassino. L’ex ministro ha evitato il processo anche alla luce della tenuità del fatto.
Voto 5
Una carriera messa a rischio per così poco

“Lo spione” La moda del 2024: l’accesso abusivo ai dati sensibili
Da Milano a Bari, sono diverse le indagini su presunti accessi abusivi. I pm lombardi sono titolari dell’inchiesta su Equalize, agenzia investigativa di cui era socio il presidente (autosospeso) della fondazione Fiera Milano Enrico Pazzali. Questi è indagato con l’ex poliziotto Carmine Gallo di associazione a delinquere finalizzata all’accesso abusivo ai sistemi informatici. È invece di Perugia l’inchiesta sul finanziere Pasquale Striano e sull’ex procuratore della Dna Antonio Laudati, accusati di accessi abusivi. È stato Guido Crosetto a presentare un esposto dopo la pubblicazione sul Domani dei redditi di quando non era ministro. A Napoli è indagato Carmelo Miano, accusato di essere entrato nei server delle procure di mezza Italia per controllare gli inquirenti che avrebbero potuto indagare su di lui. A Bari c’è un’indagine su Vincenzo Coviello, ex dipendente di Intesa Sanpaolo: per i pm avrebbe compiuto accessi non autorizzati su diversi soggetti, compresa Meloni.
Voto S.V.
Da Striano in giù, si moltiplicano i casi di cronaca


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