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Meno eletti nelle Regioni: Puglia capofila nella battaglia anti-tagli

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C’è posto per tutti – La norma. Intesa Fi-Pd a Bari per evitare che i consiglieri scendano da 50 a 40 per colpa del calo demografico

(Di Ilaria Proietti – ilfattoquotidiano.it) – Un emendamento per salvare l’onore ma soprattutto dieci preziosissime poltrone: in Puglia si profila un’intesa bipartisan per scongiurare il taglio dei consiglieri regionali alle prossime elezioni quando passeranno da 50 a 40 per effetto del calo demografico. Imposto dalla legge del 2011 che parametra i seggi alla popolazione residente, norma odiatissima nel mirino anche di tutte le altre Regioni. Proprio per questo non è affatto escluso che il ‘caso’ Puglia, scesa in una manciata di anni sotto la soglia dei 4 milioni di residenti, possa essere usato come piede di porco per tornare agli antichi splendori quando i consigli regionali erano extralarge e le spese pure: il patto trasversale all’ombra del Tavoliere vede impegnato il deputato Mauro D’Attis di Forza Italia intenzionato a infilare un codicillo nel decreto Milleproroghe ora in via di esame al Senato. La presidente del Consiglio regionale Loredana Capone del Pd non vuole essere da meno: ha annunciato di voler portare il dossier alla conferenza nazionale dei presidenti. Entrambi certi che il grido di dolore che viene dalla Puglia troverà molte sponde a Roma.

Una iniziativa analoga era stata portata all’orecchio di Roberto Calderoli già nel 2023. Ma allora a muoversi erano state Regioni più piccole. Innanzitutto Basilicata, Umbria e Molise a cui poi si erano accodate quelle sotto i due milioni di abitanti, ossia Calabria, Liguria, Marche e Abruzzo: tutte a sussurrare al ministro la necessità di tornare ad allargare i consigli regionali e ingrossare le giunte, insomma a rimettere mano alla famigerata tagliola che è stata un bagno di sangue anche per le Regioni più grandi. Che nel frattempo – va detto – non disdegnano di ricorrere a nuove pensate per assicurare comunque poltrone: sottosegretari per rimpolpare la squadra degli assessori, supplenti per i consiglieri promossi nelle giunte oltre all’armamentario più classico delle consulenze d’oro da assicurare ai trombati, il nominificio nelle aziende a partecipazione regionale, nelle Asl o negli enti delle case popolari. Ma l’obiettivo resta quello di tornare agli antichi fasti, in cui la Regione più sfigata (quanto a popolazione) di consiglieri ne aveva in abbondanza, a prescindere. Questo prima della grande sciagura.

Quella rappresentata dalla legge del 2011 che ha imposto il limite di 20 consiglieri nelle regioni fino a un milione di abitanti, 30 in quelle con popolazione fino a 2 milioni, 40 fino a 4 milioni, 50 nelle regioni fino a 6 milioni, 70 fino a 8 milioni per finire con quota 80 consiglieri previsti con una popolazione superiore agli 8 milioni. Prima della dieta dimagrante era invece un Bengodi. Che è rimasto tale solo per le Regioni a statuto speciale che fanno storia a sé: In Friuli, per dire, nel 2013 è stato deciso che il numero degli eletti sia uno ogni 25 mila abitanti anziché 20 mila com’era prima, con il risultato di tagliare 10 consiglieri ma ne restano pur sempre la bellezza di 49. Idem la Sicilia: prima di ritoccare lo statuto aveva 90 consiglieri e ora “soltanto” 70 per 4,8 milioni di abitanti, mentre la Sardegna è passata da 80 a 60 eletti per una popolazione pari a 1,5 milioni di residenti.

Ma la mannaia si è abbattuta soprattutto sulle Regioni ordinarie. Con la sola esclusione di Emilia-Romagna e Lombardia che non hanno dovuto ritoccare la rappresentanza visto che il numero degli eletti (rispettivamente 50 e 80 consiglieri) era già coerente con i criteri dettati dalla legge del 2011. Molise, Basilicata e Umbria erano state invece costrette a passare da 30 consiglieri agli attuali 20; Abruzzo e Marche da 40 a 30; Liguria e Calabria da 50 a 30. Sempre per adeguarsi alla legge, la Toscana era dovuta scendere a 40 consiglieri rispetto ai 50 di prima, mentre Piemonte, Veneto e Campania erano calate da 60 a 50, stessa cifra di eletti del Lazio che prima però largheggiava con 70 eletti. E la Puglia? Dopo la legge del 2011 era passata da 70 consiglieri ai 50 di oggi che però tra qualche mese diventeranno addirittura 40 per effetto del calo della popolazione che affligge però quasi tutte le regioni. E allora ecco il rimedio che non servirà a mettere un freno allo spopolamento. Ma a far salve le poltrone dei consiglieri sì.


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