Quantcast
Channel: Politica – infosannio
Viewing all articles
Browse latest Browse all 4194

Il silenziatore su guai e gaffe di ministri e familiari. I diktat meloniani sui tg Rai

$
0
0

Far fallire lo sciopero Usigrai ultimo atto di una strategia. Le redazioni sotto pressione dai direttori filo-governo

Il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida,  durante l’assemblea annuale della Federazione Italiana Pubblici Esercizi (Fipe) - Confcommercio, Roma, 15 novembre 2023. ANSA/RICCARDO ANTIMIANI

(di Giovanna Vitale – repubblica.it) – ROMA — All’indomani dello sciopero che ha spaccato le redazioni dei telegiornali Rai, a Saxa Rubra non si parla d’altro. Del diktat partito dal settimo piano di Viale Mazzini per far fallire la protesta sindacale. Nessuno, alla vigilia, avrebbe scommesso un euro sulla messa in onda dei due Tg principali, ancorché in formato ridotto. Né che i direttori si sarebbero dati così tanto da fare per sabotare il sacrosanto diritto dei lavoratori a manifestare contro l’azienda e la linea editoriale. «Ma forse dovevamo aspettarcelo», masticano amaro due cronisti intercettati all’uscita. «Da mesi siamo costretti a dare le notizie per compiacere governo e maggioranza. Questo è solo l’ennesimo favore. E purtroppo non sarà l’ultimo».

Con un coraggio davvero poco consueto è stata Enrica Agostini a svelare cosa accade nel cuore dell’informazione nazionale dacché Fratelli d’Italia s’è insediata a Palazzo Chigi. A raccontare come si pilotano i servizi, con quali accorgimenti, in che modo si decidono scalette e titoli d’apertura. Lei, da vent’anni al Politico di Rainews24 ora guidato da Paolo Petrecca, un ex missino molto vicino alla premier, sa di cosa parla. «Non ho mai subito le pressioni e le censure che subisco in questo periodo», ha esordito la giornalista parlamentare alla conferenza stampa promossa lunedì dall’Usigrai. E per dimostrare che non di affermazioni apodittiche si tratta, bensì di accadimenti reali, porta una serie di esempi: «Noi non abbiamo dato la notizia di Lollobrigida che ha fermato il treno se non dopo molte ore e dopo una nota del Cdr molto dura. Non abbiamo dato la notizia di Giambruno (l’ex compagno della premier, ndr) e delle sue esternazioni se molte ore dopo, quando il Cdr ha preso un’iniziativa. Non abbiamo dato notizia del procuratore Gratteri, che ha chiesto i test anti-droga e anti-alcol per i politici. Quello che dobbiamo sicuramente fare è aprire con Giorgia Meloni, di cui il Telegraph dice che è una grande statista, anche se la notizia è di cinque giorni prima. E questa è una cosa quotidiana».

Resoconto agghiacciante di ciò che avviene ormai da più di un anno nei Tg Rai. Dove si addomesticano le news, «non si fanno più domande, ormai gli esponenti di partito mandano dei video auto-prodotti», si contrattano «le parole da inserire nel pezzo», spesso oggetto di contestazioni e di richieste di modifica da parte dei direttori. È quanto accaduto a Federica Bambagioni del Tg2: l’estate scorsa ha dovuto minacciare il ritiro della firma per non vedersi tagliare un servizio sul calo del turismo domestico a causa dell’inflazione troppo alta. Il caro-vita ai tempi di Meloni non è contemplato: se esiste, dev’essere nascosto.

Il risultato è «un corpo a corpo quotidiano», diffuso pure al Tg1 di Gian Marco Chiocci. Con una differenza però: «Siccome lui è il più intelligente di tutti, non interviene mai a gamba tesa, ma indottrina prima i redattori, che ormai sanno cosa vuole da loro», spiega una fonte interna: «Delega poco e decide tutto in prima persona, soprattutto i titoli e i pezzi più importanti». Studiati per enfatizzare le gesta della premier, minimizzare le magagne della maggioranza (come le inchieste sulla ministra Santanchè), allungare ombre sulle opposizioni, specie il Pd, gonfiandone gli scandali (vedi il clamore riservato alle indagini in Puglia).

Una poderosa macchina della propaganda tarata sul mattinale Ore 11 firmato dal sottosegretario Giovambattista Fazzolari, che all’alba di ogni nuovo giorno detta l’agenda politica: i temi su cui insistere e quelli da oscurare, gli avversari da colpire e le voci da valorizzare. Tutti poi riprodotti, spesso con lo stesso schema, dai telegiornali Rai. Per rendere l’idea, basta ricordare il titolo strillato a fine gennaio: “Mille euro in più per gli anziani, si vota l’8 e il 9 giugno”, doppiamente ingannevole perché spacciava per aiuto generalizzato una sperimentazione limitata a un migliaio di ultra 65enni, ponendola in relazione con le elezioni europee. Oppure il lungo collegamento del ministro Lollobrigida con la stazione spaziale internazionale per promuovere la pasta su Marte, piazzato in apertura del Tg1, molto prima del richiamo sull’antifascismo del presidente Mattarella. O il racconto su Gioventù nazionale al Verano, tacendone l’appartenenza ai baby di FdI. Grande mistificazione al servizio del governo, coi soldi dei contribuenti.


Viewing all articles
Browse latest Browse all 4194

Trending Articles