Da settimane la Corte Penale Internazionale è costantemente sotto attacco

(Alessandro Di Battista) – Donald Trump ha firmato un ordine esecutivo che autorizza sanzioni contro la Corte Penale Internazionale (CPI), accusando l’organismo di “azioni illegittime e infondate contro l’America e il nostro stretto alleato Israele”.
L’ordine proibisce l’ingresso negli Stati Uniti d’America a funzionari, dipendenti e agenti della CPI (e ai loro familiari) e a tutti coloro che hanno responsabilità investigative nella Corte. Trump, con questo atto, ha anche congelato tutti i loro beni negli USA.
La firma di questo decreto non è casuale. Coincide con la visita del criminale e ricercato internazionale Benjamin Netanyahu alla Casa Bianca. Che strano, eh? Sono molto lontani i tempi in cui l’Occidente appariva credibile. Il doppio standard ormai caratterizza il sedicente (ed ipocrita) primo mondo.
Da settimane la Corte Penale Internazionale è costantemente sotto attacco.
La verità è che la CPI ha osato colpire l’unico Stato al mondo che resta impunito per tutti i suoi crimini: lo Stato terrorista di Israele. Dal 27 novembre scorso, sulla testa di Netanyahu e dell’ex ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant pendono due mandati di arresto per crimini contro l’umanità.
Quando la CPI chiedeva l’arresto di Putin, andava bene a tutti. Adesso che chiede ai paesi che riconoscono la Corte di arrestare Netanyahu, la CPI diventa il male.
Leggete queste dichiarazioni di Antonio Tajani.
La prima sul mandato d’arresto per Putin: “Io credo che i crimini di guerra debbano sempre essere perseguiti dalla giustizia. I responsabili, dopo un processo, devono essere condannati. Soprattutto quando i crimini di guerra sono compiuti nei confronti di bambini, che devono essere sempre tutelati in maniera superiore agli adulti perché non hanno possibilità di difendersi come potrebbero. Io credo che, intanto, come prima reazione, Putin dovrebbe ritirare le truppe russe dall’Ucraina. Sarebbe la cosa più giusta”. Tutto perfetto. Tajani sostiene il diritto internazionale. Questo, chiaramente, prima che la CPI decidesse di arrestare i terroristi di Stato israeliani. Da quel giorno cambia tutto.
Il giorno del mandato d’arresto per Netanyahu, Tajani, colto di sorpresa, prova a uscire dall’imbarazzo (lui sostiene da sempre Netanyahu, dunque sostiene un criminale) con dichiarazioni neutre che, tuttavia, non delegittimano la CPI: “Vedremo quali sono i contenuti della decisione e le motivazioni che hanno spinto a questa decisione la corte. Noi sosteniamo la Cpi, ricordando sempre che la Corte deve svolgere un ruolo giuridico e non un ruolo politico. Insieme agli alleati decideremo come comportarci”. Tradotto: noi non attacchiamo la CPI perché sarebbe come attaccare il diritto internazionale del quale ci riempiamo la bocca da mesi, però qualsiasi cosa la decideremo con gli alleati, dunque obbediremo come sempre agli USA.
Poi le cose iniziano a cambiare. Il 16 gennaio scorso, Gideon Sa’ar, ministro degli Esteri dello Stato terrorista di Israele, viene in visita a Roma e dichiara: “Ho parlato con i ministri Tajani e Nordio e non ho l’abitudine di riferire ciò che si dice, ma non c’è nessun problema per chiunque venga a Roma, nemmeno per Netanyahu”. Tajani conferma: “Mi pare che sia tutto molto chiaro, ci sono delle immunità e le immunità vanno rispettate”.
È partito il riposizionamento vigliacco che lo porta a dichiarare (parole pronunciate poche ore fa) questo: “Ho detto mille volte che ci vuole pragmatismo. Seppure Netanyahu venisse in visita da noi, come potremmo arrestarlo? Ve lo immaginate? Ingaggiamo un conflitto a fuoco con gli agenti del Mossad? E poi, perché? Perché lo dicono tre giudici, uno dei quali è andato a lavorare in Libano e ripete che il suo nemico è Israele? La giustizia è una cosa seria. E comunque io sono sulla posizione francese, i capi di Stato non si arrestano: bisogna essere realisti”.
Qualcuno, per caso, quando la CPI ha emesso il mandato d’arresto per Putin, ha sentito Tajani dire “ci vuole pragmatismo, come possiamo arrestare Putin? Che facciamo, ingaggiamo un conflitto a fuoco con gli agenti dell’FSB (Il Servizio federale per la sicurezza della Federazione Russa)? E poi perché, perché lo dicono tre giudici? La giustizia è una cosa seria. I capi di Stato non si arrestano”. Non mi pare proprio, eh.
Ipocrisia pura. Due pesi e due misure.
La CPI ha emesso mandati d’arresto nei confronti di Benjamin Netanyahu e Yoav Gallant per crimini di guerra e crimini contro l’umanità nella Striscia di Gaza. Si tratta di richieste di arresto sacrosante.
“Con questi assurdi mandati d’arresto la Corte Penale Internazionale ha perso ogni legittimità”, scrisse su X il ministro degli Esteri israeliano Gideon Sa’ar. Il tutto dopo aver sterminato la popolazione palestinese e fatto uccidere oltre 20.000 bambini.
“La Corte non è altro che un giocattolo politico al servizio degli estremisti che vogliono minare la sicurezza e la stabilità del Medio Oriente”, disse Netanyahu, che definì la CPI addirittura “antisemita”. Il solito osceno ricatto, insomma. Questi volgari assassini tirano fuori l’antisemitismo a loro convenienza.Iscriviti
Ad ogni modo, da quando il governo israeliano ha iniziato ad attaccare la CPI, poco a poco, tutti i servi in Occidente hanno iniziato a delegittimare la Corte. L’Italia, chiaramente, si è distinta nel suo costante servilismo. Matteo Salvini: “Conto di incontrare presto esponenti del governo israeliano e, se Netanyahu venisse in Italia, sarebbe il benvenuto. I criminali di guerra sono altri”. E ancora: “Mi sembra evidente che sia una scelta politica dettata da alcuni paesi islamici che sono maggioranza in alcune istituzioni internazionali”.
Nelle scorse ore la CPI ha ricevuto la denuncia di un rifugiato sudanese che già nel 2019 aveva raccontato le torture che lui e la moglie avevano subito dal generale Al Masri, fornendo “un’ampia serie di prove” e chiamando in causa funzionari e ministri italiani.
L’uomo ha denunciato il governo italiano in quanto lo reputa colpevole di favoreggiamento, perché, liberando Al Masri, avrebbe abusato dei poteri esecutivi per disobbedire agli obblighi internazionali e nazionali.
Sapete come ha appena reagito Tajani? “Forse bisogna aprire un’inchiesta sulla Corte Penale”. Il quadro è chiaro: la giustizia internazionale va bene solo quando fa comodo. Se tocca gli “intoccabili”, diventa improvvisamente illegittima, bugiarda, quasi illegale.
In tutto ciò Netanyahu ha appena commentato le sanzioni USA alla CPI: “Grazie, Presidente Trump, per il suo coraggioso ordine esecutivo sulla Cpi. Difenderà l’America e Israele da un tribunale corrotto, anti-americano e antisemita, che non ha alcuna giurisdizione o base per impegnarsi in azioni legali contro di noi”.
Questo è l’Occidente oggi: ipocrita, complice e assassino.