
(Tommaso Merlo) – Quello che sta succedendo a Gaza è disumano. Placato il genocidio, si delira addirittura di pulizia etnica. Ma non al bar, alla Casa Bianca dove è sbarcato il presidente più ignorante e arrogante della storia americana. Un bullo in balia delle farneticazioni sioniste di chi lo circonda. Gli Stati Uniti prima hanno fornito soldi e armi a Netanyahu per compiere lo sterminio ed ora quel palazzinaro di Trump vorrebbe costruire a Gaza un resort con le fondamenta sulle fosse comuni. Come se i palestinesi non fossero persone ma bestiame che qualche mandriano può piazzare dove gli fa comodo. Animali e quindi indegni della nostra compassione e senza nemmeno il diritto di vivere a casa loro. Come se Gaza non fosse un paese ma un terreno edificabile ed espropriabile. Dopo averne sterminati decine di migliaia sganciando tonnellate di bombe su civili inermi, devono aver capito che la soluzione più fattibile rimane quella coloniale che praticano dal 1948, cacciarli verso altri paesi. E tutto questo sotto gli occhi di un mondo inerme. La cosiddetta comunità internazionale sta deludendo, davanti ad una tale tragedia è di fatto impotente. L’inferno di Gaza dimostra che non esistono mezzi per fermare i deliri ideologici come nel secolo scorso e non esiste un comune dominatore di valori, nemmeno quello dei diritti umani. La partigianeria politica ha eroso tutto. Un conto sono i documenti e i bei discorsi, un altro la realtà dove è la convenienza politica a decidere chi sono le vittime e chi i carnefici. Le Corti internazionali hanno in mano le prove e vorrebbero rinchiudere Netanyahu dietro alle sbarre, ma la politica invece lo protegge. Gli stringe la mano e se la prende addirittura coi giudici. Viscerale faziosità e miracoli del lobbismo. Comanda chi ha soldi per imporre le proprie opinioni. Ed è così che invece di scegliere la pace a prescindere e obbligare Palestinesi e Israeliani a dialogare e rispettare il diritto internazionale, la politica si è messa a parteggiare per uno o per l’altro facendosi risucchiare nella spirale d’odio e quindi diventare parte del problema. Il risultato è lì da vedere. Una progressiva estremizzazione ed escalation da entrambe le parti e una intera regione in macerie. Invece che favorire la pace poi, la politica ha scelto la guerra e cioè illusione che la soluzione risieda nella distruzione del nemico. A livello locale come in tutto l’Occidente. Con un’informazione a rimorchio della politica e quindi faziosa anch’essa che aggrava il quadro. Basta vedere la disparità con cui vengono considerati gli ostaggi in questi giorni. Partigianeria politica che diventa mediatica che diventa di massa. Assenza di valori condivisi, tifo politico e guerra come scelta più o meno consapevole. Trump si è messo a blaterale di pulizia etnica a cessate il fuoco in corso col rischio di far saltare tutto. Ha ricevuto quel criminale di Netanyahu a Washington ed invece di arrestarlo ha sanzionato la Corte internazionale ed ha lanciato una delle idee sioniste più vergognose sul futuro di Gaza. Non al bar ma alla Casa Bianca. Non persone ma bestiame. Ma se personaggi del genere sono arrivati ai vertici non è certo un caso, sono i perfetti rappresentanti della nostra era o almeno parte di essa. Ignoranza su come funziona la vita e il mondo. Arroganza figlia della pandemia egoistica del nostro tempo. Ipocrisia che impedisce di ammettere i propri errori e quindi migliorarsi. Un inferno che da Gaza ci travolge tutti. Per salvarci dobbiamo riscoprire quello che ci unisce tutti in quanto esseri umani e riprendere la strada dei diritti universali e della pace come scelta vitale.