
(Giancarlo Selmi) – Al mio post di ieri, nel quale parlavo del grottesco processo in contumacia a Giuseppe Conte messo in onda dalla Gruber, processo senza difesa e dove, nei panni di pubblico ministero è stato chiamato l’impalpabile Davide Casaleggio, ha risposto con un garbato commento che, in verità, ho apprezzato per la forma, il sig. Massimo Enrico Baroni. Ho apprezzato la forma, meno il contenuto. Nel commento si richiamava una presunta non inclusività di Conte. Cosa che obbligava qualcuno a “ragionare” in luoghi non appropriati. E che per questo quei ragionamenti restassero “fuori”.
Ho risposto. Io non lo so quanto i “ragionamenti” restino fuori. A me sembra, invece, che quei ragionamenti, mi riferisco a quelli che vedono la discussione sulla leadership e sulle scelte di Conte, siano fuori per scelta. E che si manifestino solo in improvvide uscite sui network del sistema. Che abbiano il solo scopo di mettere in discussione una leadership voluta, se ne facciano una ragione, da quella che loro stessi santificano quando conviene, la “base”. Non mi sembra che in passato certi processi identificativi e di discussione, all’interno del Movimento fossero differenti, che ci fosse più democrazia, discussione e inclusività. Anzi, si veniva espulsi per molto meno.
Sono del parere che di certe cose si potrebbe discutere nelle sedi appropriate, invece che sul Corriere o su LA7. Chiaro, se si avesse l’obiettivo del bene comune e non di egoistici traguardi personali. Si può non essere d’accordo, per l’amor di Dio, ma se ne discute dove si deve. Inoltre, vorrei sentire, finalmente, quali siano le proposte per mettere a terra temi e programmi. Perché da quella gente ho sentito solo sterili discussioni su quale sia la migliore forma per dare colore alla lana caprina. Ancora oggi la signora Raggi dichiara di non volere la destituzione di Conte, ma pretende di voler chiamare al voto sul tema delle alleanze.
Perché, vedete, alla gente che soffre vanno illustrati piani e programmi ma, soprattutto, cosa si intende fare per attuarli. A me che sono il padre di un disabile, la Raggi deve spiegare come intende giungere ad avere il potere per migliorare la situazione legislativa in tema di aiuti alla disabilità. A quelli senza casa, come fare per attivare un piano per gli alloggi popolari. E sono solo due esempi. Perché di questa storia del “né di destra, né di sinistra” mi sarei anche rotto un po’ quelle due cose atte alla riproduzione. E delle “splendide solitudini” per non toccare palla, pure. In attesa del Godot della maggioranza assoluta.
Infine, lor signori decidano qual è il nemico, se questa destra neofascista o Giuseppe Conte.