
(Gioacchino Musumeci) – Tanti giornalisti detestano il Movimento? Alcuni di sicuro. Ma non ho mai perso di vista che da quando il Movimento è a guida Conte, troppi argomenti sono stati offerti dall’interno per attendersi che i media non infierissero ferocemente; facciamo una carrellata. Dopo l’ingresso in maggioranza Draghi da lì a poco Grillo capì di aver caldeggiato il suicidio del Movimento oltre aver spianato la strada alla Meloni, il disastro si palesava all’orizzonte.
Il Movimento in maggioranza Draghi vide il proprio consenso precipitare: che fare? Il guru Grillo fu geniale e gliene do atto: a corto di idee, provato da imprevisti familiari, provò a rilanciare la sua creatura esangue con Giuseppe Conte. Era perfetto per l’immagine legalitaria su cui il Movimento aveva costruito enorme consenso. Almeno ufficialmente avremmo dovuto pensarlo. L’ex presidente del consiglio dimostrò volontà ferrea ma non la divinazione necessaria per decifrare gli arabeschi di Grillo.
Per corroborare l’elettorato confuso dall’improvviso Draghismo grillino il garante è intervenuto troppe volte portando i benefici di un uragano tropicale; e i media non aspettavano altro: certe tesi su Conte confortate da Grillo assumevano connotati inoppugnabili agli occhi dei cittadini. Non perdonerò l’opera di devastazione meticolosa compiuta dal garante.
La prima volta con la pubblicazione del video schizofrenico a difesa del figlio. Un micidiale mix di maschilismo e vittimismo avvilenti che provocarono polemiche a cascata. All’epoca scrissi un post molto duro col risultato che fui ampiamente insultato, un dato illuminante sulla scarsa obiettività di certi elettori.
Andiamo avanti: nell’estate 2021 Grillo si scatenò per dichiarare che Conte fosse un incapace privo di visione e l’errore nell’affidargli il Movimento. E’ impossibile quantificare il danno pubblico arrecato al Movimento dai deliri di quelle settimane.
Davanti alla reazione sdegnata della base Grillo tirò i remi in barca, si rimangiò ogni sillaba apparendo più disturbato e incoerente che nel video sul figlio. Ma nel frattempo Di Maio si fregava le mani e preparava disastri: l’elezione del capo dello Stato evidenziò le trame in seno al Movimento ridicolizzato pubblicamente in special modo dal Pd da sempre afflitto da correntismo interno. Di Maio mostrò che la sua frangia avrebbe scisso il Movimento, ma Grillo mantenne un profilo molto basso sul suo ministro draghiano poi abbondantemente ripagato.
Dopodiché silenzio tombale, Grillo tacque finché come un fulmine a ciel sereno uscì la notizia che Draghi gli chiedeva di scalciare Conte. Per l’ennesima volta fu caos tra le dichiarazioni di De Masi, fu lui a scoperchiare il vaso, e le negazioni di Draghi. Anche allora Grillo fu tatticamente geniale: si sentiva telefonicamente con Draghi ma se non avesse rivelato nulla prima o poi la notizia sarebbe trapelata, e avrebbe confermato l’idea che Grillo nel ruolo di garante fosse molto problematico. Con la rivelazione Grillo disegnò Draghi “cattivo” deviando l’attenzione da sé, artefice principale del Movimento nella maggioranza Draghi.
Da lì a poco però il Movimento si sganciò dal Governo e Grillo scomparve. I risultati delle nazionali tutto sommato gli andarono bene. Poi Grillo si è ecclissato finché si è arrivati alle europee ove non ha neanche a votato per il suo partito. E’ ricomparso per affermare che Conte è noioso e ha preso meno voti di Berlusconi da morto.
I danni fatti da Grillo sono talmente gravi che le accuse ai giornalisti mi annoiano. Ci stanno tutte per carità, non si contano i post che ho pubblicato su giornalisti, giornali e programmi faziosi ma al momento dei giornalisti non mi frega un tubo perché Grillo cade sempre in piedi. Come stanno le cose dal mio punto di vista: se il garante non si fosse prodotto in certi numeri privi di senno in tanti avrebbero avuto meno della metà di cartucce da sparare. Poi hai voglia di dire che la leadership di Conte non è in discussione, se lo si descrive come incapace una volta e noioso la seconda gli elettori ci credono e votano per tutti escluso il Movimento di Conte.