
(Tommaso Merlo) – Biden è talmente rintronato da non rendersi conto di esserlo. Con la moglie Jill accusata di rimpiazzarlo di soppiatto quando il maritino si perde nell’iperuranio. Gira anche questo nell’era del complottismo, sarebbe la mogliettina la persona più potente del pianeta e senza neanche mezzo voto. Ma il problema è reale, in assenza del cervello di Biden qualcuno deve pur prendere le decisioni alla Casa Bianca. Stiamo procedendo a grandi passi verso la terza guerra mondiale e che il Comandante in Capo della superpotenza americana non sia in grado di intendere e di volere è una grossa grana. Eppure Biden non molla perché per lui vorrebbe dire morire. Bell’esempio di una vita ridotta a carriera, di una persona identificata col lavoro che svolge al punto di non riuscire a togliersi maschera e costumi di scena. Come se avesse il terrore di tornare a casa e guardarsi allo specchio e capire di essere molto di più ma di averlo sempre ignorato. Viviamo più a lungo ed è pieno di Biden. Classi dirigenti sempre più anziane che non tolgono il disturbo nemmeno quando diventano un tappo e quindi dannose. Gerontocrazie che resistono autoconvincendosi di essere indispensabili e perfino altruiste. Ma si tratta in realtà di persone che a parte la carriera hanno poco che le accenda e si godono il posto al sole fregandosene del resto. Egoismo che nel caso di Biden è ancora di più demenziale. Il cervello lo ha lasciato, l’ego ancora no. E mette prima se stesso rispetto al suo partito, al suo paese e perfino al mondo intero. Se è cotto oggi, tra qualche anno è già tanto se respira. Ma c’è troppo in ballo e nonostante la strenua resistenza, Biden rischia il ricovero coatto. Le lobby hanno congelato i fondi al partito perché che non vogliono scommettere su un cavallo finito, dato che pagano profumatamente vogliono la garanzia di ottenere democraticamente la difesa dei loro interessi. Poi ci sono i colleghi democratici di Biden terrorizzati dai sondaggi, rischiare il proprio sedere per salvare quello sgualcito del proprio presidente non ha nessun senso. Mors tua vita mea. Ma hanno paura ad esporsi e finire loro in disgrazia se il matusalemme non cede. Ci sarebbero poi gli americani, da George Clooney al carpentiere dell’Illinois. La maggioranza pensa che Biden sia andato in malora e se la scelta è tra un presidente criminale ed un rimbambito, vince il primo. Trump infatti se la ride sotto il ciuffo, fino a qualche settimana fa rischiava di finire dietro alle sbarre col pigiamino arancione e adesso galoppa verso la Casa Bianca. Non appena ci metterà piede donerà la grazia a se stesso per tutti i reati commessi e farà pure il gesto dell’ombrello dallo studio ovale. Dice poi che organizzerà la più grande deportazione di immigrati della storia, che finirà il muro col Messico e tante altre belle cose, ma i democratici temono una vera catastrofe da evitare ad ogni costo. Per rimpiazzare Biden si vocifera della vicepresidente Kamala Harris che però sta sulle palle a molti per i suoi atteggiamenti da maestrina frustrata. È una donna e pure afroamericana ma lo è anche Michelle Obama che stravincerebbe a mani basse contro Trump e se il maritino la rimpiazzasse di soppiatto non darebbe fastidio a nessuno.