
(Dott. Paolo Caruso) – La NATO (North Atlantic Treaty Organization) doveva essere transitoria per Eisenhower quando da generale dell’esercito americano e non ancora presidente ne firmò la costituzione 75 anni fa a Washington. Era il 4 aprile 1949 quando 10 stati europei (Belgio, Danimarca, Francia, Islanda, Italia, Lussemburgo, Norvegia, Paesi Bassi, Portogallo e Regno Unito), e due Stati Nordamericani (Canada e Stati Uniti) fondarono questa organizzazione internazionale. Nel corso degli anni il numero dei Paesi è aumentato progressivamente e oggi sono 32. Rappresenta un’ alleanza militare a carattere difensivo che in base all’articolo 5 del trattato deve tutelare i Paesi membri. Antidoto a eventuale aggressione? Oltre agli obiettivi militari, la NATO persegue finalità di cooperazionne nel campo economico e politico. Per le voglie fameliche di Putin anche Svezia e Finlandia hanno chiesto e ottenuto di aderire. All’Ucraina è andata meno bene in quanto invasa dalle truppe di Mosca, una sua richiesta di adesione peggiorerebbe la già grave situazione internazionale. Ombre sulla NATO vengono rilevate per la forte influenza statunitense che dal 2014 ai confini ucraini hanno reso inquietante il rapporto con la Russia. Con la quanto probabile elezione alla presidenza degli USA di Trump l’instabilità potrebbe interessare maggiormente il vecchio continente ed essere abbandonato al proprio destino anche se appare cosa improbabile. Solo minaccia? Anche se qualcuno sospetta di no. “Se vuoi la pace, prepara la guerra”, era il vecchio adagio latino. Si sperava che la tragica parola venisse cancellata e le risorse per gli armamenti, dirottate in favore dei popoli del “Terzo” e “Quarto Mondo”, per i quali la FAO denuncia in maniera martellante ma inascoltata, la morte per denutrizione di tanti bambini. Costituita per fronteggiare Stalin e l’impero sovietico, oggi la NATO è costretta a potenzialità bellicistiche non solo formali. Un nuovo blocco economico con un polo di influenza alternativo, si sta formando tra i Paesi orientali, che non eccellono per cultura democratica, ma si protestano alternativi e spietatamente concorrenziali all’Occidente. L’Europa è in un grande marasma. Le Destre estreme, alla Orbán, Le Pen, Salvini, si costituiscono “Patrioti” all’interno della Unione. Con quale ideologia? Divisiva e contro qualcuno. Rifiutano per principio ogni diversità. Mentre Meloni e Forza Italia attestano la loro “fede atlantista”. Le Sinistre in Francia come i Labouristi in Gran Bretagna hanno “battuto un colpo”, confermandoci la loro presenza e vitalità. Interlocutorio è dunque il momento che vive l’Unione europea circa le svolte, semmai ce ne saranno a breve, per comprendere le fibrillazioni destabilizzanti per le iniziative di Orbán. Da battitore libero, si è millantato mediatore con Russia e Cina, per una tregua unilaterale e forse iniqua per l’Ucraina. Quindici Paesi europei hanno fatto formale richiesta per estrometterlo dalla presidenza semestrale, da lui strumentalizzata in modo anarchico e proditorio. D’altra parte la Ue assente su tutto il fronte vive un momento di estrema fragilità politica non riuscendo a portare avanti un tentativo di negoziato di pace. Anzi sottomessa com’è all’ingombrante alleato a stelle e a strisce impianta nelle sue basi missili a lunga gittata e invia armi in Ucraina sempre più sofisticate. Una Nato lontana dai principi della sua fondazione che riesce oggi ad essere sempre più bellicista e aggressiva piuttosto che portare avanti il suo carattere difensivista.