
(Stefano Rossi) – La Corte penale internazionale ha emesso un mandato d’arresto contro Benjamin Netanyahu e l’ex ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant.
Il primo a muoversi è stato Orban che ha detto che, Netanyahu, potrà andare liberamente in Ungheria perché, lui, non riconosce la Corte penale internazionale.
In Italia, il ministro della Difesa, Guido Crosetto, pur dichiarandosi contrario alla decisione della Corte, ha detto che la sentenza sarà eseguita nel caso in cui, uno dei due israeliani, venisse nel nostro territorio.
E chi mai poteva replicare al contrario?
Matteo Salvini, non solo segretario della Lega, ma vice presidente del Consiglio, ha detto: “Se Netanyahu venisse in Italia, sarebbe il benvenuto”.
Salvini ignora il diritto internazionale, quindi, è ignorante.
L’Italia, che evidentemente Salvini indegnamente la rappresenta, è stata la padrona di casa per la Conferenza diplomatica che redatto lo Statuto della Corte penale internazionale. Venne firmato a Roma il 17 luglio del 1998, ratificato con la legge del 12 luglio 1999, n. 232, ed è entrato in vigore il 1º luglio 2002.
Successivamente, il 20 dicembre 2012, il Parlamento italiano ha approvato la legge n. 237, recante norme di adeguamento dell’ordinamento italiano allo Statuto di Roma, trattato istitutivo la Corte penale internazionale.
Mi rivolgo ai pochi fortunati lettori che vogliono capire, non certo a Salvini, l’Italia è obbligata a rispettare le norme di diritto internazionale e, naturalmente, le leggi italiane.
E’ apodittico che un vice presidente del Consiglio dei ministri e ministro delle Infrastrutture, possa dichiararsi favorevole a non rispettare le leggi cogenti.
La legge n. 237, citata, individua la Corte di Appello di Roma, quale organo giudiziario competente per far eseguire le sentenze della Corte penale internazionale.
Come diavolo fa Salvini a parlare a vanvera come fosse al bar?
Inoltre, le norme citate, obbligano l’Italia a cooperare con gli altri Paese ratificanti lo Statuto per dare seguito alle sentenze di questa Corte.
Ma, sul punto, Salvini è recidivo.
Nei capi di imputazione per cui è imputato a Palermo, sequestro di persona e omissione in atti d’ufficio, ci sarebbero molte norme di diritto internazionale disattese.
E continua a volerle disattendere.