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Il fedelissimo di Conte: “Sì, su Grillo è mancata la riconoscenza, ma ora superiamo il vecchio Movimento”

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Parla Di Marco, membro del consiglio nazionale M5S: non capisco come si possa voler “biodegradare” chi ti ha amato e sostenuto per oltre un decennio

(di Emanuele Buzzi – corriere.it) – Nicola Di Marco, lei fa parte del consiglio nazionale M5S, è capogruppo e nuova figura del Movimento in Lombardia. Come è stata presa la richiesta di rivotare da parte di Grillo? È vero che c’è chi ha proposto di tenere le urne aperte per una settimana?
Di fronte all’intento, ormai dichiarato, di distruggere il progetto politico, la posizione del Consiglio Nazionale è stata quella di ripetere il voto e di coinvolgere nuovamente la comunità degli iscritti. È evidente però che non vi sia più spazio per interpretazioni: nel voto fissato dal 5 all’8 dicembre si dovrà decidere fra astensione o partecipazione, se mandare tutto a rotoli o proseguire l’impegno sulle nostre lotte, fra la fine del Movimento e il suo futuro.

A suo avviso il boato della platea nei confronti dell’eliminazione del ruolo del garante è stato corretto?
«No, il rispetto è un valore che non deve essere mai dimenticato, soprattutto nei confronti della nostra storia e degli interpreti insieme ai quai siamo riusciti a raggiungere traguardi impensabili. Abbiamo rivoluzionato la politica italiana parlando di legalità, taglio dei privilegi, salari equi e tutela dell’ambiente. Personalmente non posso che essere riconoscente a Beppe Grillo e provare anche rammarico per il modo in cui questo capitolo va chiudendosi».

Alessandra Todde ha detto che Grillo si comporta come un bambino.
«Non c’è niente di più infantile che dire “il pallone è mio e se non si gioca come dico io, porto via il pallone e andiamo tutti a casa”. Purtroppo, è un atteggiamento che abbiamo visto spesso nel corso della nostra storia, dove gli auto-proclamati portatori dei veri valori del Movimento sono poi finiti per essere protagonisti di scelte alquanto imbarazzanti. Aldilà di questo, penso che il sentimento di riconoscenza che la comunità M5S deve a Beppe Grillo debba valere anche al contrario, ovvero non capisco come si possa voler “biodegradare” chi ti ha amato e sostenuto per oltre un decennio».

C’è chi da una parte e dall’altra spera ancora in una soluzione consensuale della vicenda: è possibile?
«Le dichiarazioni vanno in altra direzione e mi chiedo anche come sarà possibile la convivenza con chi oggi sta accarezzando l’idea distruttiva di Grillo. L’impegno oggi però è di replicare il grande risultato dell’Assemblea costituente dove oltre 50.000 iscritti hanno potuto esprimersi, direi in modo inequivocabile, sul percorso politico futuro da intraprendere».

Se la querelle dovesse avere lunghi strascichi anche legali, che fine farebbe il M5S?
«Al momento, sondaggi alla mano, siamo il terzo gruppo politico nazionale. Continuo a pensare in una necessaria evoluzione del M5S verso un progetto più in linea con il nuovo corso, la struttura di cui abbiamo bisogno e le eventuali alleanze, anche in considerazione della collocazione fra i “progressisti indipendenti” voluta dall’Assemblea. Un allineamento di prospettive che deve partire dai territori, passare per i rappresentanti all’interno delle istituzioni e arrivare, perché no, arrivare fino al nostro simbolo».


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